I due operatori che hanno ricevuto lo sputo sono finiti in quarantena. Il rammarico del direttore generale dell’ospedale Cotugno di Napoli: “Ho perso due elementi molto validi”.
La situazione del Coronavirus in Italia è sempre più grave e sta mettendo tutti in difficoltà. Capita però che ci siano degli episodi di intolleranza che non possono essere giustificati. Uno di questi è avvenuto all’ospedale Cotugno di Napoli, dove un uomo si è reso protagonista di un gesto deplorevole. Si tratta di uno sputo nei confronti di un medico e di un infermiere che erano di servizio e stavano gestendo la coda per effettuare il tampone. Ammesso che possa essere comprensibile la rabbia e lo stress del signore, di certo la reazione non lo qualifica.
L’episodio è avvenuto nella serata scorsa, quando l’uomo era in fila per effettuare il test. Il protagonista di questa storia si era recato presso l’ospedale Cotugno di Napoli in quanto avvertiva dei sintomi di febbre. L’attesa per effettuare il tampone stava andando oltre i pochi minuti che si aspettava di aspettare. E così è passato all’azione: l’uomo si è avvicinato al medico e all’infermiere e ha fatto partire lo sputo. È quasi inutile porre l’accento sul fatto che l’autore dello sputo è stato poi placato e allontanato dalla fila, mentre i due operatori hanno dovuto allontanarsi, visto che lo sputo va contro ogni avvertenza di sicurezza, tra quelle fornite da Oms e Governo.
A rendere ancor più grave la situazione, il fatto che tutto ciò è accaduto ovviamente in un luogo chiuso. Pertanto tutte le persone che erano in attesa del tampone sono state costrette ad allontanarsi, al pari del medico e dell’infermiere. Il locale è stato sottoposto a opera di sanificazione. I due operatori sono stati messi in quarantena. E il direttore generale dell’ospedale Cotugno di Napoli, Maurizio Di Mauro, ha espresso tutta la propria rabbia per l’episodio, che lo costringerà a non contare sul medico e sull’infermiere per almeno due settimane.
“Ho perso un medico e un infermiere validissimi che adesso devono state in isolamento e non possono dare, come hanno fatto finora il loro prezioso contributo. Sputare addosso a una persona quando si hanno, in un momento come questo, sintomatologie e febbre, equivale a sparare, non c’è differenza. Sono indignato, ci sono ragazzi che stanno dando l’anima. Stamattina ho visto i neo assunti, ragazzine di 23-24 anni che forse non sanno a che cosa stanno andando incontro, pronte a dare il loro contributo in questa battaglia contro il coronavirus“.
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