Tecnicamente è la paralisi per gravi motivi d’emergenza delle attività produttive: stop a trasporti e servizi pubblici garantendo solo l’approvvigionamento dei negozi di primaria importanza, farmacie e alimentari.
È una richiesta che di solito arriva in paesi che affrontano gravi fatti terroristici, guerre… per la verità i casi non sono molti. Ma è quello che chiedono il governatore della Regione Lombardia Fontana e la maggior parte dei sindaci dei grandi comuni della Lombardia in considerazione dell’emergenza coronavirus.
La proposta, che è stata considerata positivamente sia dal commissario della protezione civile Angelo Borrelli che dal presidente della Regione Piemonte Cirio (anche lui isolato in casa e positivo al coronavirus), sarà discussa oggi nel corso del Consiglio dei ministri in programma a Palazzo Chigi alle 8.30.
Il Total Lockdown è di fatto la paralisi di servizi pubblici e attività produttive non necessarie. Niente scuole e università (ma è già così fino al 3 aprile come minimo), stop a trasporti pubblici, uffici pubblici e attività non prioritarie. Gli unici a lavorare sarebbero i dipendenti di settore sanitario, pubblica sicurezza, raccolta dei rifiuti e quelli privati e pubblici che già adottano lo smart working lavorando da casa. Chiusi tutti gli esercizi commerciali: tranne quelli che garantiscono generi di prima necessità, farmacie e alimentari. Centri commerciali compresi. Potrebbe essere considerato il mantenimento solo di quelle attività ritenute fondamentali per la produzione di beni e servizi primari (soprattutto se destinato all’esportazione) e le aziende a ciclo continuo per una filiera necessaria (beni alimentari) , purché adottino rigorosi controlli e presidi sanitari.
A richiedere il provvedimento con una lettera indirizzata al governo tramite il governatore della Lombardia sono i sindaci di tutti i principali comuni della regione: tra i quali Milano, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Monza, Pavia, Sondrio, Varese… solo per citare i capoluoghi. Il lockdown della Lombardia rappresenterebbe un 20% abbondante del PIL nazionale. Uno shock per l’economia nazionale. Necessario tuttavia per frenare il contagio.
Gli analisti che si occupano di economia sostengono che il lockdown potrebbe essere “il male minore”: “Di fronte a una situazione critica come questa al paese serviranno misure straordinarie per garantire la liquidità delle imprese e delle famiglie evitando il default – dice Mark W. Harris della facoltà di economia di Stanford – è dimostrato che il lockdown porta, è vero, ha una forte contrazione dei mercati. Ma anche che nel momento dello sblocco la ripresa è altrettanto energica”.
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