Il presidente della regione ha fatto capire di voler valutare nuove misure restrittive. “Siamo indietro e non di poco rispetto ad altre regioni”, ha dichiarato Cirio.
Continuano ad arrivare reazioni da parte dei Governatori delle varie regioni d’Italia. In queste settimane in cui i numeri sulla diffusione del Coronavirus stanno aumentando, è in particolare la Lombardia al centro delle discussioni. Tanto che il governatore Fontana e l’assessore Gallera hanno parlato di nuove misure tenute in considerazione. Ma anche Alberto Cirio, governatore del Piemonte, ha fatto capire di essere pronto a intervenire in questa direzione. Cirio è intervenuto ai microfoni di Radio 24 per svelare le sue intenzioni per la sua regione.
Cirio ha parlato proprio delle misure che la Lombardia ha richiesto di effettuare al Governo. E allora ecco che anche il Piemonte potrebbe allinearsi, per aumentare il grado di sicurezza dei suoi conterranei. “Se il governo deciderà che la Lombardia farà questo passo, credo che anche il Piemonte dovrà in qualche modo essere compreso. Se le parole del presidente Fontana vanno nella direzione di chiudere tutto, credo che a questa riflessione vada prestata grandissima attenzione. E’ per questo che l’ho sottoposta all’unità crisi e al comitato scientifico regionale, per avere già oggi un parere da trasmettere al governo“.
Si è parlato dell’eventualità di chiudere tutte le attività commerciali in Piemonte. E Cirio si è interrogato proprio su questa opzione. “È necessario capire cosa vuol dire fermare tutto. Negozi, bar e ristoranti stanno già chiudendo di loro iniziativa. Il problema è fermare le fabbriche e credo che le autorità nazionali competenti debbano fare una valutazione di merito. La Lombardia è la prima regione d’Italia per capacità e qualità produttiva in termini sanitari e ha avuto la sciagura di vivere prima di tutti noi questa epidemia. Se dalla Lombardia, in modo qualificato, arriva questo monito, penso che sarebbe da irresponsabili non verificarlo e, quanto meno, non sottoporlo all’Istituto superiore della Sanità e al ministero“.
Anche perchè, come rivela Cirio, il Piemonte non è al passo di altre regioni d’Italia sul piano sanitario. Ecco allora che potrebbe rivelarsi necessaria una stretta ulteriore sulle attività di tutti i giorni nella regione. “Dai nostri dati epidemiologici risulta che il Piemonte è 7-8 giorni indietro rispetto a quanto accaduto in Lombardia. Con il problema che noi abbiamo una popolazione più anziana. L’incidenza dei ricoveri in terapia intensiva è di 15 casi su 100 rispetto agli 8 o 10 della media nazionale. Significa che stiamo correndo più forte nella stessa direzione di una regione che ha vissuto prima di noi questa esperienza“.