Scoperta una maxi frode nel settore dei prodotti petroliferi da sedici milioni. Una società, mediante l’utilizzo di dichiarazioni d’intento, emesse senza avere la necessaria qualifica di “esportatore abituale”, avrebbe effettuato operazioni di acquisto senza il pagamento dell’imposta sul valore aggiunto”
Intervengono i funzionari dell’Agenzia Dogane e Monopoli (ADM) in servizio presso il Reparto Anti frode e Analisi dei Rischi dell’Ufficio di Roma. In seguito a una lunga attività di analisi hanno scoperto una maxi frode da 16 milioni di euro nel settore petrolifero. L’indagine è stata svolta congiuntamente con l’Ufficio Antifrode della Direzione Interregionale Lazio ed Abruzzo, e in continuità con altre operazioni di verifica già concluse nei confronti di operatori del settore, che hanno già consentito di accertare una evasione pari a circa 150 milioni di euro in due precedenti e distinte operazioni. Gli accertamenti hanno portato a termine una verifica concernente una società con sede legale fittizia nel Comune di Roma.
La società – come si apprende – mediante l’utilizzo di dichiarazioni d’intento, emesse senza avere la necessaria qualifica di “esportatore abituale”, ha effettuato operazioni di acquisto senza il pagamento dell’imposta sul valore aggiunto. Il risultato raggiunto ha permesso l’interruzione delle attività fraudolente e l’accertamento di IVA evasa per un ammontare di circa sedici milioni di euro secondo le prime stime.
Leggi anche –> Von der Leyen: “L’Europa è una grande famiglia, siamo tutti italiani”
Leggi anche –> Ufficiale: Uefa rinvia le partite di Europa League di Roma e Inter
Continua il contrasto alle frodi nel settore
Le attività poste in essere hanno la finalità di contrastare, in modo sempre più efficace, le frodi nel settore dei carburanti e del contrabbando dei prodotti energetici. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma è stata informata dell’operazione per il reato di cui art. 4 del D. Lgs. 74/2000, concernente la dichiarazione infedele.
Lo scorso 29 gennaio la Guardia di finanza di Bolzano aveva scoperto un’ingente frode all’Iva nel settore del commercio di prodotti petroliferi. Il Gip ha così disposto un sequestro preventivo di 1,3 milioni di euro presso vari istituti bancari del nord Italia. Sei persone (3 della Provincia di Padova e 3 del Bellunese) sono state segnalate alla procura. Il modus operandi resta collaudato. Gli accertamenti fiscali hanno permesso di smascherare un elaborato sistema truffaldino tramite l’emissione e l’utilizzo di fatture false, confluite nella contabilità della società sottoposta a verifica e delle altre due aziende collegate in Veneto. Questo artificioso e complesso scambio di fatture false avveniva, solo apparentemente, tra aziende tra loro diverse. In realtà, le compagini societarie erano riconducibili a una sola persona ultranovantenne, originaria di Belluno, che le gestiva, di fatto, per il tramite della figlia. In questo modo sono emerse addirittura crediti tributari in capo alle società.