Coronavirus, Rezza prevede un aumento dei contagi

Il direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità Gianni Rezza prevede che nei prossimi 14 giorni ci sarà un aumento dei contagi da Coronavirus.

Il direttore Gianni Rezza ha dichiarato, in un’intervista rilasciata all’Ansa, che “le prossime due settimane saranno cruciali per capire l’andamento dei casi di contagio da nuovo coronavirus in Italia“.

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“E’ ancora presto per pronunciarsi. Gli effetti delle misure restrittive – sottolinea il direttore del dipartimento Malattie Infettive Rezza – non si vedranno entro questa settimana, anche per quanto successo nei giorni scorsi con i massicci spostamenti da Milano. Per questa settimana mi aspetto un aumento dei casi e non un calo. Questi giorni ‘sconteranno’ quanto purtroppo accaduto, poi inizieremo a vedere“.

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Parole dure, che lasciano l’amaro in bocca, soprattutto dopo l’esodo verso il sud della scorsa settimana e la ressa scoppiata in vari supermercati e centri commerciali del nord.

L’impegno del governo

Il premier Conte, per far fronte alla difficile situazione sanitaria ed economica dell’Italia, ha dichiarato che il governo è pronto a stanziare 25 miliardi di euro, circa l’1% del Pil. Il primo ministro ha anche fatto sapere che arriveranno aiuti dall’Unione Europea e che si auspica una maggiore liquidità per contrastare l’emergenza Coronavirus.

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Intanto Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, ha fatto sapere che i cittadini europei sono ormai consapevoli dei rischi e della grave situazione sanitaria. E ha aggiunto: “Sono stato a Bruxelles la scorsa settimana e molti ministri della Salute degli altri paesi sottovalutavano la situazione, non avevano capito che questo è un virus repentino, in cui ti trovi il giorno prima con venti casi e alla fine della settimana con duemila. Credo che questa situazione ad oggi sia compresa da tutti“.

Ricciardi ha, infine, concluso ricordando che nessuno è immune dal Coronavirus e che anche se nei bambini il decorso del virus è più benevolo e meno preoccupante rispetto ad anziani e adulti, i bambini “non sono certamente protetti. Ecco perché dobbiamo elaborare delle strategie che riguardino anche loro“.