Il presidente Conte ha parlato di una nuova stretta per le attività produttive anche se, di fatto, riguarda soprattutto gli esercizi commerciali. L’Italia non va, insomma, in lockdown nemmeno a livello locale.
Niente lockdown
La tanto richiesta serrata da parte dei governatori di Piemonte, Lombardia e Veneto non ci sarà. Il provvedimento di Conte chiude soprattutto le attività commerciali non necessarie molte delle quali per la verità avevano già deciso di chiudere per conto loro. Negozi di abbigliamento, arredamento, moda, oggettistica. È garantita l’apertura dei negozi di alimentari e dei grandi centri commerciali dove gli scaffali, anche quelli di prodotti non alimentari, saranno regolarmente riforniti. Ma stamattina, chi esce o chi ha una necessità cosa troverà aperto?
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Tutte le attività ancora aperte
A parte i negozi del cosiddetto lusso (abbigliamento, moda, profumerie, regalo, gioiellerie, oggettistica) tutte le altre attività sono regolarmente aperte. Oltre ad alimentari, farmacie a parafarmacie, lavorano gli artigiani: idraulici, meccanici, elettricisti, piccoli trasportatori, imprese di pulizie. I cantieri sono regolarmente aperti e con loro i fornitori e le aziende di trasporto per lo smaltimento delle merci.
Benzina regolare, trasporti pure
Aperte regolarmente le pompe di benzina (con qualche limitazione solo per le aree di servizio). I trasporti pubblici funzioneranno regolarmente. Aperte le edicole e le tabaccherie.
Liberi professionisti, cosa cambia
Per quanto riguarda invece i liberi professionisti, proprio in quanto tali, bisogna fare un distinguo: quelli che lavorano per aziende, pubbliche o private, dovranno concentrarsi solo ed esclusivamente sullo smart working continuando a lavorare da casa. Ma chi dovrà recarsi in ufficio potrà farlo esibendo l’autocertificazione che ormai è diventata obbligatoria ogni volta che si esce di casa. Sarà ridotta l’attività di quelle categorie, come gli avvocati, che vedranno rallentato il ritmo delle cause e dei tribunali.
I commercialisti già da oggi saranno a studiare le nuove norme per garantire recuperi fiscali alle persone e imprese che stanno subendo danni e che chiederanno di accedere alle agevolazioni previste.
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Le grande aziende: limitazioni
In definitiva le aziende continueranno a lavorare: purché garantiscano la sicurezza dei propri dipendenti. Spazio a sufficienza tra una postazione e l’altra. Nelle grandi imprese che da anni si sono convertite all’open space e a batterie di dipendenti in grandi saloni con una postazione pc per ognuno a un metro dall’altro, ci saranno sicuramente difficoltà. Basti pensare ai grandi call center ma anche alle banche e alle redazioni dei giornali. Ogni azienda sarà un caso a sé: o si organizza per tutelare le persone che andranno a lavorare o dovrà chiudere.