Coronavirus, Napoli: l’incubo di Luca Franzese continua

Prima la morte della sorella, deceduta in casa e positiva al tampone. Poi, dopo i controlli, la drammatica scoperta: anche il cognato, l’altra sorella e la nipote 23enne sono contagiati. L’odissea della famiglia napoletana attraverso gli appelli di Luca Franzese su Facebook.

Luca Franzese nella stanza dove è morta la sorella, positiva al coronavirus

Una odissea, un incubo all’insegna del coronavirus. Ma anche una testimonianza di senso civico, e forse anche il segnale che almeno a Napoli l’organizzazione della gestione dell’emergenza non è ancora a punto. E’ la storia di Luca Franzese e della sua famiglia. Tutto inizia domenica, con i primi video che lo stesso Luca pubblica su Facebook: la sorella 47enne è da poco morta, dopo aver evidenziato sintomi riconducibili al coronavirus. «Le istituzioni devono aiutarci, siamo da 24 ore chiusi in casa con mia sorella morta» annuncia Luca dalla  propria abitazione in piazza Carlo III. «Siamo in attesa da 24 ore dell’esito del tampone per il Coronavirus – spiega ancora Luca- nessuno ci ha fatto sapere nulla e siamo completamente abbandonati a noi stessi».

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Luca Franzese ed il padre affacciato dal terrazzo della loro abitazione, dove si sono auto isolati

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Nell’appartamento sono in sette: oltre a Luca e, in quel momento, , alla salma della sorella Teresa sono presenti i due genitori anziani, un’altra sorella con il marito e due figli. La famiglia si è posta in isolamento volontario dentro l’abitazione, ma da quanto si capisce dai primi video di Luca, l’assistenza istituzionale è scarsa: «Nessuno fornisce indicazioni su cosa fare» aggiunge disperato Luca, «e anche le pompe funebri ovviamente non vengono fino all’esito del tampone». Parole dure per video altrettanto duri, con i quali Luca Franzese sottolinea il senso di abbandono vissuto da lui e dalla sua famiglia e, contemporaneamente, l’orgoglio per porsi autonomamente come barriera al virus a protezione della collettività.

Perchè, purtroppo per la famiglia Franzese, l’incubo non termina con la morte della sorella. A spiegare la situazione è lo stesso Luca in un video:«Dopo il decesso di mia sorella risultata positiva al coronavirus, e dopo aver effettuato anche noi i tamponi, sono risultati positivi mio cognato, l’altra mia sorella e mia nipote di 23 anni. E nonostante ciò, nessuno è ancora venuto a dirci come dobbiamo comportarci». E’ una denuncia vera e propria, quella di Luca: «Noi siamo persone perbene e vogliamo cautelare la popolazione» aggiunge Luca, facendo riferimento alla decisione di rinchiudersi in casa presa da tutti i familiari. Poi l’inquadratura cambia, e nel video appaiono dei sacchi dell’immondizia, in un angolo del terrazzo: «Questi sono i rifiuti speciali che abbiamo messo da parte» spiega angosciato Luca. «Si tratta della biancheria che usava mia sorella deceduta, le lenzuola che erano sul letto al momento della morte. Nessuno ci dice come smaltirle, nessuno ci dà indicazioni su come comportarci. Il sole verso mezzogiorno inizia a picchiare, e si sente anche un cattivo odore». La conclusione è disperata: «Faccio un appello alle istituzioni» dice Luca: «Vi dovete organizzare».

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