La Lombardia sta vivendo giorni drammatici. Il presidente Fontana parla di almeno 1500 nuovi contagi nelle ultime ore: “Se a Codogno non ci sono più contagi, vuol dire che la quarantena ha funzionato”. E chiede al Governo di chiudere tutta la Lombardia.
Quali siano i numeri dei contagi registrati dalla Protezione Civile e dal Ministero della Salute nelle ultime 24 ore, non faranno altro che confermare un momento drammatico, soprattutto nel Nord Italia. Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha già diramato messaggi inquietanti: “Fate presto, i numeri stanno aumentando. I numeri dei contagi sono in aumento anche oggi, di circa 1.500. Il trend è ancora in crescita”. Quel ‘fate presto’ è un messaggio esplicito al Governo, affinchè chiuda al più presto tutta la Lombardia. Il modello di Codogno è più che indicativo: “Se a Codogno il trend dei contagi è in netto ribasso, se non nullo, vuol dire che la quarantena ha funzionato, e allora facciamo la stessa cosa in tutta la Lombardia” – ha aggiunto Fontana. Non fa una grinza, e Conte già oggi potrebbe decidere nuove misure restrittive che vanno incontro alle molteplici richieste che arrivano dalla Lombardia, ma anche da Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna.
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Ma veniamo alla cronaca dell’ultima ora e ai dati forniti dalla Protezione Civile e dal Ministero della Salute nella consueta conferenza stampa delle 18.
I nuovi dati:
contagiati positivi: 10.590
di cui in Terapia intensiva 1028
decessi: 196
guariti: 41 in totale 1045
5838 il totale dei contagiati ricoverati. Incremento delle tende 565 per il pre triage, la distribuzione del materiale: mascherine un milione e 100, previsti in tre giorni ventilatori e respiratori, per 116 unità. Il comitato scientifico ha sottolineato che nei luoghi di lavoro prima di tutto è raccomandata la distanza di sicurezza di un metro, in mancanza di questo è consigliato l’uso delle mascherine protettive. Rezza: “la mortalità italiana è minore di quella cinese in proporzione, perchè la popolazione italiana è più anziana”.
E anche altre regioni italiane iniziano a registrare numeri che fanno sempre più pensare ad una pandemia, la Puglia per esempio. Il pronto soccorso dell’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, nel Barese, è stato chiuso stamattina, dopo che un medico è risultato positivo al test del coronavirus. L’annuncio è del sindaco di Acquaviva, Davide Carlucci, che invita coloro hanno bisogno «di cure immediate» di rivolgersi «ai pronto soccorso di Altamura, Bari, Putignano». Gli altri operatori sanitari che hanno avuto contatti con il medico positivo saranno sottoposti a tampone e gli ambienti sanificati. Ieri era stata disposta la chiusura del pronto soccorso e del reparto di Ginecologia della clinica convenzionata Mater Dei, nella quale lunedì era arrivata una paziente poi risultata positiva al virus. In Puglia, stando ai dati del bollettino della Regione, sono al momento 65 le persone contagiate dal virus e 5 quelle decedute. L’ultima vittima è un uomo di 90 anni, deceduto martedì sera al Policlinico degli Ospedali Riuniti di Foggia.
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E poi c’è da registrare il grave problema dei medici e degli operatori sanitari che lavorano nonostante siano contagiati, e la mancanza di personale e di apparecchiature. un problema che potrebbe portare molto presto i medici a trascurare loro malgrado i malati, anche gravi, che non siano contagiati di coronavirus. A Roma l’ospedale Gemelli si è organizzato in tal senso destinando il Columbus ai soli contagiati dal Covid-19. Questa mattina è morto il presidente dell’Ordine dei medici di Varese e responsabile area strategica formazione della Fnomceo, Roberto Stella: aveva contratto il coronavirus.