Nessun occhio di riguardo per gli studenti che quest’anno affronteranno la maturità. Le scadenze saranno tutte confermate anche se inevitabilmente è tutto già enormemente in ritardo.
Un rapido calcolo: con le scuole chiuse prima fino al 15 marzo e ora fino al 3 aprile (ma già si dà per scontato che le scuole riapriranno solo dopo Pasqua e dunque martedì 16) sono state bruciate oltre 31 milioni di ore di lezione nelle scuole di ogni ordine e grado. Il che significa che sarà impossibile coprire i programmi ministeriali. Anche recuperando dal 16 aprile in poi con lezioni sei giorni su sette e numerosi pomeriggi di integrazione è impensabile che gli studenti possano mettersi a pari.
Già da alcuni giorni sui forum dei siti degli studenti si era sparsa la favola che tutti gli studenti della maturità sarebbero stati promossi con il sei politico, anzi… con il 60, una sufficienza non di merito ma di prammatica. Impossibile, dice il ministro Lucia Azzolina: “Sicuramente gli studenti che quest’anno affrontano la maturità risultano molto penalizzati e di questo dovremo tenere tutti conto. Ci sarà il massimo impegno per aiutarli nel percorso fino all’esame, ci sarà tutela e comprensione ma non ci sarà nessuna regalia di voti o diplomi. Gli esami, della maturità ma anche quelli universitari, sono una questione che riguarda anche le leggi dello Stato e saranno gestiti senza eccezioni”.
Il ministro Azzolina ha anche dichiarato di avere ben chiaro un piano straordinario per la Maturità: ma non lo ha anticipato, perché sarà argomento di una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri che al momento è ancora troppo impegnato con la gestione dell’emergenza.
Un piano d’emergenza che riguarderà tutto il paese e che in passato è già stato adottato limitatamente ad alcuni territori che avevano subito, per esempio, un terremoto. In questi casi in passato la maturità era stata esclusivamente orali e senza prove scritte. Non è escluso che le scuole quest’anno possano chiudere dopo e che la maturità sia rinviata almeno di due settimane, cercando poi magari di concentrare il calendario delle prove e soprattutto degli orali. È un dato di fatto che la cosiddetta didattica online funziona solo parzialmente: a quanto pare solo l’8% delle scuole italiane è in grado di far funzionare la propria piattaforma digitale. Una percentuale risibile.
Sicuramente si dovranno recuperare le prove Invalsi che sono un obbligo di legge e che, pur non influendo sulla valutazione di fine anno, dovevano essere somministrate dal 2 al 31 marzo. Pochissime le scuole in regola. Un altro problema riguarda l’alternanza scuola lavoro che quasi certamente salterà e che quindi non potrà essere oggetto di valutazione da parte dei docenti. Impensabile che con il peso delle ore di lezione da recuperare e un programma molto incompleto, gli studenti possano affrontare anche l’esperienza di avviamento alla professione.
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