In una situazione d’emergenza come questa, in cui ormai tutta l’Italia si estende su di un’unica “zona rossa”, il decreto legge firmato dal premier Conte assume un ruolo ancora più importante: un nome che non è soltanto simbolico, “Io resto a casa”, ma che vuole essere una fortissima raccomandazione a tutti i giovani italiani.
Perché purtroppo sono i giovani la fascia più incosciente della popolazione: la pericolosità del virus è stata fin troppo a lungo presa sotto gamba dai ragazzi e le ragazze impegnati a trascorrere serate e pomeriggi tra aperitivi, cenette e discoteche. Una pericolosità paradossale, per giunta, perché il nuovo Covid-19 è anche un nemico subdolo.
Secondo quanto riportato dall’ultimo bollettino medico, esposto contestualmente alla conferenza stampa con la Protezione Civile, soltanto una piccola fetta di malati è al di sotto dei 30 anni. Si parla, per la precisione, di un 5-7% dei contagiati attuali, che contrasta senz’altro con la fetta più grande – composta da pazienti di oltre 80 anni.
Come spiegato dal presidente dell’Isitituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, sempre durante l’incontro con i media e i giornalisti, un dato del genere “conferma che queste fasce di età sono meno suscettibili” al coronavirus, ma al contempo “significa anche che il loro comportamento è fondamentale per evitare contagio“. Questo poiché, “dove il virus circola meno, se i comportamenti non sono congrui e coerenti con le raccomandazioni, è chiaro che sarà molto difficile modificare le curve; i nostri comportamenti sono un elemento decisivo“.
Soprattutto perché i giovani, sebbene più resistenti al coronavirus rispetto agli anziani, sono dei veicoli fertilissimi per il nuovo Covid-19, tanto da poter essere dei veri e propri pericoli per tutti coloro che gli sono intorno: anziani, immunodepressi, pazienti con trascorsi oncologici alle spalle. Come spiega ancora Brusaferro, “le fasce di età più giovani hanno forme meno gravi e letali dei più anziani, ma possono comunque infettare gli altri. E per tale ragione devono sentirsi responsabili dei loro comportamenti”. Perché potrebbero contagiare qualcuno rischiando di mandarlo in terapia intensiva.
Sempre contestualmente alla conferenza stampa della Protezione Civile, sono stati divulgati i dati aggiornati in merito alla situazione coronavirus. Secondo i dati che sono stati resi noti dalle autorità, dunque, i morti legati al Covid-19 in Italia sono al momento 631, con un aumento di 168 decessi in più rispetto alla giornata di ieri, e un incremento relativo del 36,2%.
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