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Cronaca

Coronavirus, certificati di malattia: è corsa per il permesso

L’isolamento non fa scattare l’astensione dal lavoro in maniera giustificata. I certificati di malattia vengono emessi con grande regolarità dalle prime ore di questa mattina.

Viene fuori uno dei primi effetti del decreto emesso la sera scorsa dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il premier italiano, nella nuova misura stabilita nell’ultimo Consiglio dei Ministri, ha esteso la zona rossa a tutto il territorio nazionale. E così, tra le misure restrittive c’è quella relativa all’obbligo di giustificare la propria uscita di casa. Tra le motivazioni rese valide c’è quella di recarsi presso il proprio posto di lavoro. Ma nelle prime ore della giornata odierna, è emersa una richiesta massiccia di certificati di malattia.

Sono stati gli stessi medici di famiglia a rendere noto il primo dato emerso in queste ore. Ci ha pensato il dottor Edoardo de Pau, presidente provinciale del Sindacato Nazionale Autonomo dei Medici Italiani. Il numero uno della Snami ha fatto sapere che ci sono delle misure da seguire per richiedere certificati di malattia e altre certificazioni. “È bene che non si affollino gli studi di medici e pediatri di libera scelta e si rivolgano alle guardie medica solo per situazioni urgenti. È bene che venga prediletto il triage telefonico per capire prima le condizioni del paziente ed effettuare uno screening“.

È dunque boom di richieste di certificati di malattia – meteoweek.com

Dunque gli italiani cercano di restare a casa e di non uscire di casa, neanche per andare a lavoro. E allora ecco che si è verificato un vero e proprio boom di richieste di certificati di malattia. Fermo restando che l’isolamento, se non è imposto, non fa scattare l’astensione giustificata dal proprio posto di lavoro. Nonostante sia lo stesso medico di famiglia a disporre la misura del certificato di malattia. E allora ecco che De Pau ha fatto capire che ci sono due fattispecie distinte per isolarsi in casa, in modo da evitare di contrarre il Coronavirus.

Una è la quarantena data dalla sanità pubblica – dichiara il presidente provinciale della Snami -. L’altra è un’auto quarantena, che nel caso della Sardegna è stata definita secondo l’ordinanza numero 4 del governatore. Nella prima è già sufficiente il decreto di quarantena, di conseguenza il certificato Inps è relativo per i datori di lavoro. Nel caso di auto isolamento il datore di lavoro deve favorire l’utilizzo dei congedi o delle ferie per il lavoratore e non è dovuto da parte del medico di famiglia – conclude De Pau – alcun certificato di malattia“.

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