Difficile fare previsioni ma il provvedimento restrittivo del governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus, con una stretta che non ha precedenti nella storia della Repubblica, avrà un costo drammatico.
Il provvedimento di governo anti-coronavirus ribattezzato #Iorestoacasa ricorda quelli degli anni ’70 quando, in tempi di austerity, erano state lanciate manovre finanziare “lacrime e sangue”. Ma promette di essere molto peggio. Difficile riuscire a capire quanto costerà in termini economici il provvedimento ma le conseguenze saranno drammatiche.
Il turismo ha già subito un danno incalcolabile dalle prime restrizioni dall’estero l’immagine dell’Italia è inevitabilmente uscita compromessa dall’emergenza coronavirus. Le cancellazioni registrate in questi ultimi giorni in termini di presenze turistiche sono decine di migliaia. Marzo e aprile sono i mesi in cui vengono lanciati i listini dell’estate, quelli in cui tutte le località turistiche aprono e si presentano in vista dell’estate. Tutto resterà deserto. Forse fino a Pasqua e se la situazione non si risolve anche oltre. Molti gli alberghi che hanno chiuso, non solo nelle zone turistiche ma anche nelle grandi città. Un po’ per non avere costi inutili e un po’ per non correre rischi inutili.
Lo scorso anno il primo trimestre aveva registrato un PIL in crescita con un’analisi ottimistica da parte degli analisti: si era registrato un incremento dello 0,2%. Si era parlato di quota di superamento della recessione tecnica e con un certo ottimismo si diceva che finalmente l’Italia aveva messo un piede fuori dalla crisi generale. Adesso invece in nemmeno due settimane ci troviamo nell’incubo: stime del tutto provvisorie e assolutamente indicative sostengono che un provvedimento del genere, per quanto indispensabile su un piano di salute pubblica, potrebbe costare fino a 100 miliardi. Forse anche molto di più. Le prime conseguenze saranno non solo sul turismo ma anche sul terziario, su import ed export e su costi sempre più alti a fronte di un rallentamento produttivo pesantissimo.
È evidente che i 7,5 miliardi che erano stati ipotizzati l’altro ieri come una tranche per rimettere in sesto i costi delle famiglie e delle imprese di fronte alla prima emergenza saranno una goccia nel mare di fronte al buco che si verrà a creare. I mercati inevitabilmente domani mattina registreranno sicuramente un’ulteriore contrazione. Pochi minuti dopo la conclusione della conferenza stampa di Conte tutti i principali quotidiani online del mondo avevano sottolineato l’eccezionalità dei provvedimenti adottati in pochissimo tempo dall’Italia.
In realtà fare i conti in Italia diventa semplicemente impossibile e prematuro. Anche perché i conti con il coronavirus dovranno farli anche tutti gli altri paesi a cominciare da Germania e Francia i cui dati di contagi e decessi oggi sono notevolmente peggiorati. L’Italia, costretta stravolta a rispettare delle regole, una cosa alla quale gli italiani si sono sempre dimostrati piuttosto allergici, è la prima frontiera. Poi, toccherà anche agli altri fare i conti, non solo economici con il virus.
Sui social da qualche ora girava un paradosso che strappa un sorriso e ci aiuta a vedere un dramma nazionale in modo più attento. Ai nostri nonni si chiedeva di andare in guerra, a noi chiedono di restare in salotto. Ai costi ci si penserà poi. Nei prossimi quindici giorni il paese si gioca tutto.
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