La chiusura delle università aveva già portato moltissimi studenti che vivono a Milano a tornare a casa, ma il nuovo decreto porta a una vera e propria fuga.
La decisione del governo Conte di allargare la zona rossa a tutta la Lombardia e a undici province anticipata ieri sera dopo l’ultima riunione dell’unità di crisi ha avuto immediatamente delle conseguenze. La stazione di Milano è stata letteralmente presa d’assalto da centinaia di persone desiderose di tornare alle provincie di origine. Si tratta soprattutto di studenti e lavoratori fuori sede che sono state messe in ferie forzate o che hanno ottenuto di lavorare in ‘smart working’.
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Tutti i treni di lunga percorrenza sono stati presi d’assalto, in particolare in direzione sud: Campania, Marche, Puglia. Biglietti acquistati on line di corsa e un trolley per partire con lo stretto necessario. Da tutti arriva la stessa giustificazione: “Partiamo perché non sappiamo se e come riusciremo a tornare a casa”. Anche se adesso il problema è come rientrare a Milano se e quando la situazione si normalizzerà. Il decreto resterà in atto fino al 3 aprile. Le università non riapriranno e se ci saranno attività didattiche saranno esclusivamente on line.
La comunità universitaria lombarda è la più grande d’Italia: gli ultimi dati che censiscono la popolazione degli atenei parla di 200mila persone iscritte alle facoltà pubbliche e altre 70mila in quelle private. Il personale docente e non docente è di circa 25mila persone. Da quando le università sono chiuse gli studenti sono ‘reclusi’ in casa o nei residence che nel frattempo si sono svuotati.
Di fronte alla chiusura delle facoltà la maggior parte dei residence si è dovuta adeguare alle nuove norme di comportamento richieste da ministero della sanità. E dunque chiusura di tutti gli spazi comuni: biblioteche, aule studio, spazi di incontro e conviviali. In compenso gli studenti sono attivissimi sui social e sulle varie chat. Moltissimi sono gli studenti stranieri (circa l’8%) degli studenti iscritti ma molti di più sono gli studenti italiani fuori sede che arrivano, soprattutto a Milano, da tutta l’Italia.
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Chi era rimasto a Milano è scappato in fretta e furia nella serata di ieri cercando un qualsiasi passaggio in auto, aereo o treno. Assaltati anche i bus, il mezzo più economico preferito dagli studenti fuori sede. Le notizie momento sono comunque poco chiare: le università inizialmente chiuse per soli sette giorni di fatto non apriranno fino al 3 aprile e la chiusura potrebbe ulteriormente prolungarsi, forse fino a Pasqua, probabilmente anche oltre il primo maggio.
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