L’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene che questa ipotesi sarebbe semplicemente una falsa speranza.
Il primo a parlare dell’eventualità che il coronavirus potesse scomparire con l’arrivo dell’estate e dei primi caldi, era stato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, convinto che il caldo avrebbe debellato il virus in pochi giorni riportando alla normalità tutte le zone più colpite. In realtà le cose potrebbero non essere esattamente così punto. Si tratta, anzi, di una falsa speranza secondo l’organizzazione mondiale della sanità.
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L’OMS, la principale istituzione mondiale che si occupa della salvaguardia della salute pubblica, ha cercato di dare una risposta a questa possibilità e non sarebbe positiva. Mike Ryan, direttore esecutivo del programma ne è abbastanza convinto: “Si tratta semplicemente di un modello matematico sulla base del quale alcuni virologi ritengono che molti virus agiscano con potenzialità soprattutto stagionali. Ma in questo caso purtroppo non abbiamo alcuna certezza. È chiaro che chiunque in questo momento si stia confrontando con il virus negli ospedali e nei laboratori ci spera, in questa eventualità. Ma la scienza non può basarsi sulla speranza, deve appoggiarsi su basi concrete.”
I virus sono nati per propagarsi e resistere a qualsiasi condizione e contagiando qualunque ospite possa ospitarli. Il coronavirus non fa differenza: “Questo virus ha dimostrato una grande capacità di adattamento e una notevole aggressività anche nelle sue fasi latenti – dice il dottor Ryan – sulla base di questa considerazione dobbiamo presumere che il virus continuerà ad avere la capacità di diffondersi perché questa è la sua natura. Pensare che come una qualsiasi influenza possa scomparire con il caldo è semplicemente una falsa speranza”.
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In molte aree del mondo già raggiunte dal coronavirus è già estate e le percentuali di contagio non sarebbero diverse da quelle riscontrate in Cina o in Italia anche se ogni paese fa storia a sé: “Ma questo perché il virus in ogni paese avrà un comportamento diverso adattandosi al ceppo presente e alla resistenza che incontrerà – dice il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus – questo è un virus unico, con caratteristiche uniche. Questo virus non è l’influenza e per certi versi, più lo conosciamo, e pi il coronavirus si rivela capace di sorprenderci”.
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