Il governo accoglie la proposta avanzata ieri dal governatore del Veneto Zaia: i medici non positivi al Coronavirus rientrano a lavoro. Sospesa la norma sull’isolamento per il personale sanitario e dei servizi pubblici.
La Regione Veneto ha reso noto che la norma sull’isolamento “non si applica agli operatori sanitari e a quelli dei servizi pubblici essenziali che vengono sottoposti a sorveglianza“. Il Governo ha accolto la richiesta di ieri avanzata dal Governatore Luca Zaia, che consente ai medici non positivi al Coronavirus di rientrare a lavoro.
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Nel caso di operatori sanitari con sintomatologia respiratoria o esito positivo al Covid-19 è, invece, previsto l’obbligo di sospensione dell’attività.
In Veneto rientrano quasi 700 operatori
La nuova formulazione permetterà il rientro a lavoro di circa 700 operatori, tra medici e personale sanitario, che erano stati bloccati dal Decreto del 23 febbraio sull’isolamento fiduciario. Viene modificata, così, la disposizione che imponeva la quarantena anche a coloro che erano risultati negativi al test del Coronavirus e che erano entrati in contatto con pazienti positivi.
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, tra sabato e domenica deciderà se firmare il nuovo Dpcm sulla definizione delle nuove zone rosse. Una potrebbe essere istituita nella Bergamasca, dato che nel capoluogo sono risultati positivi il questore e il prefetto. Nell’area compresa tra Nembro e Alzano Lombardo vivono attualmente più di 25mila persone.
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Intanto il Governo sta decidendo se prolungare il periodo di isolamento delle zone già in quarantena. Il Presidente dell’Iss, l’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro ha dichiarato: “Stiamo valutando una serie di misure da prendere in generale nella regione, come nelle altre zone a rischio“. E ha aggiunto che si sta valutando di prevedere anche delle sanzioni per coloro che violano la quarantena o le regole attuate nei giorni scorsi, perché “non si tratta di bravate. Stiamo studiando eventuali conseguenze per atti di questo tipo“.
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Intanto sono in arrivo 5mila nuovi impianti di ventilazione assistita nei reparti di terapia intensiva, per assisterei i numerosi pazienti contagiati che si trovano in condizioni critiche.
Nella bozza del decreto sulla sanità, in discussione al Consiglio dei Ministri, si prevede l’affidamento alla Protezione Civile degli acquisti da effettuare. La cifra stanziata dovrebbe essere intorno ai 185 milioni di euro, ma al momento manca la copertura finanziaria. La Protezione Civile, attraverso la Consip, potrà procedere in deroga alle normali procedure previste per gli appalti pubblici, in modo da accelerare gli interventi previsti.
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Intanto il decreto del ministro Alfonso Bonafede, che si sta discutendo a Palazzo Chigi e che imporrebbe restrizioni a tribunali e procure di tutta Italia, potrebbe portare a un blocco della giustizia: due mesi e mezzo di stop per qualsiasi attività giudiziaria.