Coronavirus, ecco il piano per far fronte all’emergenza nelle carceri lombarde. Non ci sono ancora casi ma si intende prevenirli.
Non c’è ancora nessun caso di Coronavirus nelle carceri lombarde, ma l’allerta è davvero molto alta. Sono scattate le prime misure anti contagio. La sicurezza ha bloccato una giudice milanese, all’entrata del carcere, poiché aveva la febbre. Non solo. Vietati tutti i colloqui con familiari e le uscite, anche solo per lavorare. Si tratta di precauzioni atte a impedire la diffusione del virus nelle carceri, diffusione che potrebbe rappresentare un problema molto grave se dovesse verificarsi.
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Secondo Aldo Di Giacomo, segretario del sindacato di polizia penitenziaria, nelle carceri lombarde vi sarebbero circa 20 persone influenzate. Tuttavia, nessuno ha fatto loro un tampone per coronavirus “perché non ci sono criteri che valgono per tutti“. Di Giacomo lancia un allarme:”Quando avranno febbre alta e problemi respiratori, non si potrà fare altro che metterli in ospedale. A quel punto tutti saranno già stati infettati“.
Si tratta di una situazione molto delicata, poiché le carceri sono sovraffollate e un’epidemia così contagiosa potrebbe creare grossi subbugli tra i carcerati. In particolare, in Lombardia la capienza è pari a 6mila posti, ma i detenuti sono 8mila. Inoltre, per via di una legge regionale inadempiuta, legge che ha disposto accorpamenti, molti contratti per i medici sono scaduti. Altri dottori hanno lavorato senza contratto e altri ancora hanno proprio smesso di lavorare.
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Inizialmente i colloqui visivi per i detenuti era ancora concessi, poi con la legge del 2 marzo il Governo ha deciso che nelle carceri situate nella zona rossa, i colloqui con parenti ecc. possono avvenire solo via telefono, skype e videochiamata. Nelle carceri di massima sicurezza di Opera, Bollate e San Vittore sono state impiantate le tende per il triage. Agli avvocati viene misurata la temperatura. I volontari, inoltre, non possono entrare per evitare affollamenti.
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Ma che cosa accadrebbe se il virus dovesse davvero contagiare gli Istituti? Francesco Maisto, garante dei diritti dei detenuti di Milano, fa notare che “potrebbe essere una tragedia“. Tuttavia, afferma che esiste un piano anti contagio, che vi sono aree di isolamento in tutte le carceri, ma che poi bisogna fare grande attenzione a eventuali “falle esterne“.
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