Dopo avere delegato ministri e portavoce a parlare del contagio, il presidente americano decide di intervenire in prima persona e di calmare gli americani su un’emergenza che si sta facendo sempre più vasta.
Gli Stati Uniti stanno cominciando a confrontarsi con l’emergenza coronavirus solo da pochi giorni ma che la situazione sia abbastanza preoccupante è evidente. Mascherine esaurite in tutte le grandi città, chi può si fa fare – a proprie spese (non tutti gli Stati o le assicurazioni la riconoscono come prestazione esigibile) – il tampone di controllo e i decessi cominciano a essere significativi. In particolare a Seattle, la zona al momento più colpita.
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Intervenendo in modo diretto a margine di una conferenza stampa, il presidente americano Donald Trump è stato, per così dire, tranchant: “Per quanto riguarda gli Stati Uniti e questa amministrazione non stiamo parlando di un’emergenza ma di una banale influenza che avrà conseguenze minime sia sulla popolazione che sulla produttività del paese. La mia impressione è che i dati della Organizzazione Mondiale della Sanità siano del tutto sovrastimati, per non dire falsi e che la gente non debba fidarsi”. Dichiarazioni che hanno immediatamente raccolto le proteste dell’OMS, che parla di un tasso di mortalità del 3,4% e di numerose associazioni.
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Trump chiede per l’ennesima volta fiducia: “Chiedo agli americani di darmi fiducia come hanno sempre fatto e di non ingoiare le fake news che vogliono creare paura, questa è un’influenza e se ne andrà molto presto. Chi la contrae guarisce molto rapidamente a volte senza neppure vedere il medico”. Per quanto riguarda invece le persone bloccate negli States perché positive o sospette di un potenziale contagio, Trump regala una battuta che è diventata oggetto di altre polemiche: “Se restano negli Stati Uniti e spendono qui i loro soldi io sono solo che contento”.
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Intanto a San Francisco è stata bloccata in porto la nave da crociera Grand Princess con a bordo 2500 persone: undici passeggeri e dieci membri dell’equipaggio hanno sintomi riconducibili al coronavirus e almeno altre settanta persone sono state isolate. Si teme un nuovo caso Diamond Princess. Si tratta della nave dalla quale era sbarcato un crocierista che è morto poche ore dopo in ospedale. I casi accertati al momento da costa a costa sono 130 con undici decessi, nove dei quali concentrati a Seattle.
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