Questo il bilancio aggiornato sull’emergenza coronavirus che sta tenendo il mondo sotto scacco: si parla di oltre 100.000 contagi, e ben 20.000 di questi sono contagi avvenuti al di fuori dei confini della Cina.
Gli ultimi report ufficiali mostrano come siano 100.052 le persone contagiate dal nuovo Covid-19 in tutto il mondo. Tra questi casi positivi, quasi 20.000 sono localizzati al di fuori dei confini cinesi. L’ultimo aggiornamento ci viene offerto dalla Johns Hopkins University, che sta costantemente monitorando l’espansione dell’epidemia. La stessa Università, tra l’altro, che ha prontamente realizzato la mappa che consente di seguire gli sviluppi dell’epidemia nei vari Paesi del mondo.
Per ciò che concerne il numero di decessi, comunque, le vittime al momento sono 3.398, e quasi tutte localizzate in Cina. Come più volte ribadito, però, dal coronavirus si guarisce: e infatti, le persone inizialmente positive al test sul Covid-19 che sono riuscite a sconfiggere il virus sono sono oltre la metà, ovvero 55.671.
La Cina continentale – ovvero la zona focolaio, quella dalla quale ha avuto espansione il virus – è al momento la regione più colpita, con oltre 80.000 casi registrati. La Corea del Sud è la seconda nazione con il numero più alto di contagiati, con oltre 5.000 casi confermati. L’Italia, invece, ha riportato oltre 3.800 casi di infezione, mentre l’Iran ne ha segnalati ufficialmente più di 3.500. Tutti gli altri paesi europei si registra attualmente un numero inferiore di casi di contagio, con Francia, Germania, Spagna e Regno Unito che ne riportano più di 100.
Sebbene, dunque, non si possa parlare di milioni e milioni di contagiati in tutto il mondo, i ricercatori non promettono comunque una situazione tutta rosa e fiori. Del resto, si tratta di un virus molto, anzi, estremamente trasmissibile, “e quasi certamente sarà una pandemia”. Questo, in effetti, è quanto ha dichiarato lo stesso Anthony Fauci, il direttore dell’Istituto americano per le allergie e le malattie infettive, indicando il coronavirus ormai come una pandemia conclamata a livello mondiale.
Secondo il New York Times, inoltre, gli scienziati non sanno ancora quanto possa essere realmente pericoloso il coronavirus, proprio perché, a differenza dei suoi “parenti” Sars e Mers, si diffonde più rapidamente quasi come fosse una semplice influenza.
Ciò che temono, inoltre, alcuni ricercatori cinesi è che possa trattarsi di uno sviluppo (in negativo) proveniente da una prima fase iniziale di epidemia, questa in cui siamo coinvolti adesso. Il virus, in effetti, sarebbe mutato rispetto ai primissimi casi riscontrati in Cina, e secondo quanto riporta il Los Angeles Times potrebbe ulteriormente mutare, e continuare a contagiare sviluppando una forma più virulenta di quella attuale.
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