Il decreto ministeriale firmato ieri dal presidente del consiglio paralizza tutta l’attività didattica e culturale del paese fino al 15 marzo. Lo sport è in stato di stallo.
“Di fronte a un’emergenza straordinaria si richiedono misure straordinarie, quindi condivido il punto di vista del governo di chiudere le scuole, le università e gli eventi” dice Angelo Borrelli, commissario della Protezione Civile. E in poche ore l’Italia si ritrova con milioni di ragazzi a casa e famiglie che devono completamente riorganizzare le proprie priorità. Perché per quanto si parli tanto di smart working uffici e aziende sono ancora pieni.
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Le sale cinematografiche sono state tra le prime a sospendere la programmazione nelle regioni più colpite in particolare in Lombardia dove i multisala presentano una scritta malinconica – chiuso fino a data da destinarsi – e dove l’impatto occupazionale potrebbe essere drammatico. Stessa sorte anche per i teatri: fino al 15 marzo gli spettacoli sono sospesi ovunque ma erano diverse le compagnie che di fronte a un calendario incerto avevano deciso di limitare i danni evitando i costi.
Molto più complessa la questione che riguarda lo sport: in Serie A si litiga tra partite a porte chiuse e altre rimandate addirittura a fine stagione. Basket e pallavolo hanno sospeso tutti i campionati ma rischiano di non fare in tempo a rispettare calendari che sono strettissimi per via dei troppi impegni internazionali. Ieri una squadra polacca, lo Jastrzebski, si è rifiutata di venire a giocare una partita di pallavolo a Trento. La federazione europea non è intervenuta con lo 0-3 a tavolino ma ha disposto il recupero della gara. Milano, invece, ha deciso di giocare le sue due partite di Challenge Cup di pallavolo in trasferta, in Estonia, contro il Saaremaa.
Tuttavia c’è anche stata l’intelligente presa di posizione di chi non ha voluto rinunciare a esibirsi. Chi deve esibirsi lo fa comunque: Maurizio Crozza con il suo show televisivo è andato in onda in diretta davanti a 500 seggiolini vuoti. “L’esperienza più surreale e angosciante della mia vita” ha detto il comico genovese che non si era mai esibito senza un pubblico.
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Enrico Bertolino ha fatto di più: conscio di non potere andare in scena con il suo spettacolo è andato live dal suo account Facebook con uno show quasi completamente improvvisato nel quale ha scherzato di tutto, com’è sua abitudine. Anche del coronavirus. Un esperimento nuovo nel suo genere ma vincente, soprattutto perché è andato in scena nonostante tutto. Lo show non può certo contare sulla qualità della tv, o sul contatto tra un pubblico e il suo attore: ma ha raccolto più di 83mila persone, e molti grazie… per chi in questi giorni ha comunque un bisogno disperato di sorridere e di svagarsi. Anche se è costretto a restare in casa.
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