La situazione in Iran è drammatica: da una parte le gravissime tensioni di piazza che hanno portato a frequenti scontri tra studenti e polizia dall’altra l’emergenza coronavirus.
Tensione mortale
Sono ormai diverse settimane che l’Iran si trova in una situazione sull’orlo di una guerra civile. Da una parte gli studenti, centinaia di migliaia, che chiedano più democrazia, voto libero, l’accesso all’informazione online per tutti e misure più umanitarie nei confronti dei carcerati, in particolare delle migliaia di persone che sono state recluse per reati d’opinione. Dall’altra un regime che non fa sconti e reprimere con la violenza, a volte brutale, qualsiasi forma di protesta.
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La denuncia di Amnesty International
Secondo una denuncia presentata da Amnesty International sarebbero almeno 23 i minorenni uccisi dall’esercito regolare iraniano da novembre scorso ad oggi in occasione di manifestazioni di piazza. I risultati, drammatici, dell’indagine dell’organizzazione umanitaria sono stati presentati ieri a Parigi nel corso di una conferenza stampa. Le foto, i video, sono un vero shock. Da una parte giovanissimi, di età compresa tra i 12 e i 17 anni, che protestano con cartelli e striscioni. Dall’altra l’esercito equipaggiato con armi automatiche che non esita a fare fuoco, e non con proiettili di gomma.
Tra le vittime anche bambini
Stando a testimonianze che sono state raccolte in Iran da osservatori neutrali di Amnesty International le vittime sono giovanissime alcuni hanno addirittura 12 anni. Tra queste ci sarebbe anche una ragazzina di non più di 10 anni di età. Le testimonianze sono state tante e tali che Amnesty International ha deciso di renderle pubbliche con un’inchiesta dal titolo emblematico: “Hanno ucciso i nostri figli”.
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L’esercito spara
Tensioni in Iran sono montate in modo progressivo e quasi in controllato già dal febbraio dello scorso anno quando alcuni studenti protestarono per il taglio dei finanziamenti allo studio obbligatorio da parte del governo di Teheran e per il clima persecutorio nei confronti delle associazioni studentesche che chiedevano maggiore libertà nel potersi organizzare in assemblea. I primi scontri, avvenuti ad aprile, avevano provocato un numero imprecisato di morti. E no l’escalation si è verificata da novembre a oggi quando ha coinvolto anche i ragazzi delle scuole dell’ordine.
“Negli ultimi mesi è emerso un quadro spaventoso delle dimensioni dei mezzi letali utilizzati illegalmente dalle forze di sicurezza iraniane per reprimere le proteste dell’anno scorso” – ha dichiarato Philip Luther, funzionario di Amnesty per Medio Oriente e Nord Africa definendo sconvolgente il numero di bambini uccisi nella repressione, Luther ha chiesto una indagine indipendente e imparziale sui fatti.
In Iran intanto imperversa il coronavirus in una situazione generale disastrosa perché l’embargo cui è sottoposto il paese impedisce qualsiasi aiuto. I morti sarebbero centinaia anche se il governo parla di sole sessanta vittime.