Maltrattata dal padre, tentò il suicidio: muore a 16 anni dopo lunga agonia

16enne muore dopo aver tentato il suicidio. Il commento del Garante Marziale: “le istituzioni e la gente adesso provvedano a prendersi cura del fratellino più piccolo”.

Abbandonata dalle istituzioni e dalle sue forze. Ora si spera che il fratellino più piccolo non venga trascurato come è successo a lei. Il Garante della Regione Calabria, Marziale: Non posso tacere al cospetto della morte di una adolescente di 16 anni. Non posso nemmeno dire più di tanto perché gli interrogativi sono molteplici ed appannaggio delle autorità inquirenti. Certo è che intendo salutare la sua dipartita, avvenuta nel volgere di quattro mesi dal giorno in cui ha deciso di togliersi la vita, con il cuore affranto dal dolore”.

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Il nome della 16 enne non è stato reso noto per rispetto di una privacy a lei troppo spesso negata.  “Il fatto è accaduto a Crotone – spiega Marziale – ed è stato portato alla ribalta da una collega giornalista, Francesca Travierso, che non ha inteso tacere e che ringrazio, perché se null’altro può fare la società almeno si interroghi sull’indifferenza che regna sovrana non accorgendosi di famiglie disagiate, di bambini vittime di violenza assistita, di povertà intese ad ampio respiro, se non quando si arriva all’irreparabile. Non mi è dato sapere nulla di quanto non abbiano riportato le cronache nei mesi scorsi, cioè di un padre violento, ma non dispongo degli strumenti per dire altro e mi fermo qui”.

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La ragazza aveva tentato il suicidio ed era finita in coma: suo padre, un 46enne cittadino pakistano M.R., era stato arrestato dalla polizia di frontiera di Fiumicino per maltrattamenti e lesioni in famiglia. L’indagine, da parte della Squadra mobile di Crotone era partita proprio dal gesto della ragazza, che è stata ricoverata nell’Istituto Sant’Anna. Il comportamento violento dell’uomo, secondo quanto emerso dalle indagini della Polizia di Stato, avrebbe indotto la figlia minore sedicenne a tentare il suicidio. All’uomo il sostituto procuratore di Crotone Ines Bellesi ha contestato l’induzione al suicidio perchè derideva la figlia per il fatto che portava un apparecchio dentale. Per Marziale: “É necessario adesso spronare le istituzioni e la gente a prendersi cura del fratellino più piccolo e aprire un dibattito sul ruolo della società, della scuola, delle strutture socio-sanitarie territoriali, delle amministrazioni di prossimità, perché altre sventurate creature non vivano il proprio disagio nella disattenzione più totale, figlia di un tempo maledetto”. “Non posso tacere al cospetto della morte di una adolescente di 16 anni”.

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