Bonino, lettera a Conte: “non è possibile votare, rinvio referendum doveroso”

Lettera dei leader di + Europa Emma Bonino e il segretario Benedetto Della Vedova al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. “Non è possibile votare”.

In un momento come questo, non è possibile recarsi alle urne il 29 marzo per il referendum confermativo della riforma costituzionale sul cosiddetto ‘taglio dei parlamentari’. Ne sono convinti i leader di + Europa, Emma Bonino e il segretario Benedetto Della Vedova che scrivono al premier e al ministro dell’Interno. “Non è possibile votare per un referendum per cui non è possibile svolgere iniziative politiche, di informazione e discussione – scrivono i due al premier Conte e al ministro Lamorgese – Il rinvio del referendum a questo punto appare non opportuno, ma addirittura doveroso, visto che in molte regioni italiane l’emergenza sanitaria e le misure restrittive di tutte le forme di attività pubblica appaiono destinate a proseguire e hanno già comunque pregiudicato un terzo dell’intera campagna elettorale”.

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“Da alcuni giorni è iniziata formalmente la campagna elettorale per il referendum confermativo della riforma costituzionale sul cosiddetto ‘taglio dei parlamentari’ – scrivono Bonino e Della Vedova  ma, come ben sappiamo, in una parte del territorio nazionale non esistono le condizioni minime, né formali, né sostanziali, per lo svolgimento di alcuna iniziativa politica”. “Per altro verso – continuano – accanto alla purtroppo consueta negligenza con cui i media trattano i referendum, l’informazione italiana scritta e radiotelevisiva è oggi assorbita comprensibilmente dall’emergenza Coronavirus. Pare a noi evidente che non sia possibile votare per un referendum per cui non è possibile svolgere iniziative politiche, di informazione e discussione. Il rinvio del referendum a questo punto non appare opportuno, ma doveroso, visto che in molte regioni italiane l’emergenza sanitaria e le misure restrittive di tutte le forme di attività pubblica appaiono destinate a proseguire e hanno già comunque pregiudicato un terzo dell’intera campagna elettorale. E se la speranza è che questo stato di cose duri il minimo possibile, la prudenza ci spinge a pensare che un ritorno alla ordinarietà non potrà purtroppo essere immediato”.

 

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