Amalia è una ragazza immunodepressa, Cristina ha una figlia nelle stesse condizioni. Entrambe invocano il buon senso negli acquisti di amuchina e mascherine.
Le telecamere di Fanpage sono entrate a casa di Cristina. È una donna con una figlia immunodepressa da quando aveva pochi mesi. Da giorni la donna fa fatica a trovare delle mascherine da poter dare a sua figlia per respirare senza avere problemi di qualunque natura. E tutto a causa della psicosi da coronavirus. “Queste le abbiamo comprate oggi, sono quelle giuste, le P3. Ci vogliono queste, quelle con il filtro. Costano 150 euro, 10 euro ciascuna e sono monouso, non durano un mese ciascuna. Questa è roba che dura qualche ora. Questo vuol dire approfittarsi della gente“.
“Le mascherine sono introvabili – prosegue Cristina – e se le trovi le paghi dai 15 ai 18 euro ciascuna. Ci arrangiamo, ci organizziamo per contro nostro. Sappiamo quel che dobbiamo fare e quel che non dobbiamo fare. Di certo non abbiamo un aiuto, la Asl non ci ha ma dai detto di farsi mandare 100 mascherine. Nessuno si è chiesto come avremmo fatto con la scuola e se avevamo mascherine. Abbiamo grossi problemi con la frequenza scolastica, sono tante le mamme nella mia condizione, specie in questo periodo di influenza stagionale. E ci sono anche problemi con i vaccini, perchè mia figlia non può essere vaccinata e alla scuola non frega più di tanto“.
La figlia di Cristina prende la parola e ammette le grandi difficoltà a continuare a vivere serenamente. La mancanza di mascherine si fa sentire e neanche poco. “Se dovesse andare avanti questa cosa, la mia vita si fermerebbe. Si è già fermata adesso, quindi fermare la vita di una ragazza di 17 anni non è bellissimo, perchè mi sento un po’ costretta. Avere le mascherine per una persona nella mia situazione è vitale, non sperperatele e non sperperate l’amuchina“.
Un’altra storia raccontata dal noto portale è quella di Amalia. Un’altra ragazza immunodepressa che ha raccontato come si sta svolgendo la sua vita negli ultimi giorni, in cui le mascherine scarseggiano. “Mi sento di dire a tutti di usare il buon senso, di dare il giusto peso alle cose. Le mascherine, i guanti, l’amuchina, la candeggina, qualunque cosa che può essere utile a un malato, lasciamola a un malato. Quello che tutti gli italiani stanno vivendo è quello che noi viviamo ogni giorno. Non è che viviamo la psicosi, perchè noi la dobbiamo abbracciare, sia la malattia che la situazione che ne consegue“.
“Ho bisogno dell’alcol puro e non lo trovo – prosegue Amalia – . Ho bisogno della candeggina che comunque ho sempre usato, ma adesso ho il problema e non la posso trovare. La mia vita sociale è azzerata, posso incontrare solo persone che non devono avere raffreddore o tosse. Lo scorso anno sono uscita solo dieci volte e solo per andare all’ospedale“.
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