Un sondaggio rivela che il 62% degli intervistati si dice confuso dai continui inviti alla calma e dai dati estremamente preoccupanti.
L’Italia ha paura
Si è parlato forse eccessivamente di psicosi per quanto riguarda l’emergenza coronavirus che, in una sola settimana, ho visto contagiati più di mille italiani registrando trenta vittime. Indubbiamente, però, un clima di paura c’è. Paura che secondo l’opinione pubblica sarebbe giustificata da un informazioni istituzionali piuttosto discordanti. Da una parte i continui appelli alla calma e alla tranquillità da parte dell’istituzioni, dall’altra dati che lasciano tutt’altro che tranquilli.
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Il sondaggio
Secondo un sondaggio effettuato dall’Istituto Noto Sondaggi e commissionato dal Quotidiano Nazionale, il 62% degli intervistati si dice confuso dalle notizie che riguardano il coronavirus e per nulla rassicurato dagli inviti alla calma e alla tranquillità. Almeno 57% avrebbe acquistato dispositivi medici da banco per l’igiene personale e la sanificazione antibatterica. Altrettanti avrebbero deciso, negli ultimi giorni, di non uscire, evitando luoghi affollati, ristoranti, pizzerie limitando considerevolmente la propria vita sociale.
La rinuncia a viaggiare
Un terzo degli intervistati ha rinunciato al viaggio già programmato, in gran parte già pagato. Un danno che è ricaduto sulle aziende che vivono di turismo ma soprattutto sulle tasche di chi aveva anticipato i soldi del viaggio. Solo il 10% degli italiani intervistati avrebbe acquistato una mascherina mentre il 15% ha deciso di non cambiare assolutamente la propria abitudine. La percentuale più alta degli intervistati, il 66%, si dice sicura che il coronavirus avrà ricadute pesanti sull’economia non soltanto sul sistema paese ma anche su tutte le famiglie. Per quanto come sappiamo molto spesso i sondaggi tradiscono emozione del momento e non rispecchino perfettamente quello che è il pensiero di un intero paese, si tratta di dati piuttosto significativi.
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A cosa credere?
Il dato più evidente, probabilmente, è quel 62% che riscontra un conflitto tra la portata dei provvedimenti presi dalle situazioni e i continui appelli alla calma. Da una parte si chiede alla gente di non cambiare abitudini, di proseguire la propria vita come se niente fosse con un minimo di attenzione in più per l’igiene personale evitando rischi inutili. Ma dall’altra si chiudono le scuole, le università e numerosi uffici pubblici.