E’ l’opinione del virologo Fabrizio Pregliasco, dell’Universitò di Milano. Le prossime due settimane chiariranno se è possibile ottenere un controllo sul virus.
“Le prossime due settimane saranno decisive per capire se si riesce a ottenere un controllo” dei contagi da coronavirus, “o in ogni caso una mitigazione della velocità che porta ad avere tanti casi gravi contemporanei”. Lo afferma il virologo Fabrizio Pregliasco, dell’università degli Studi di Milano. “Saranno settimane fondamentali” afferma convinto il medico nel corso di una intervista. “Si è deciso di somministrare una medicina amara come il distanziamento sociale, l’allentamento dei contatti fra persone. E’ come se avessimo una terapia antibiotica – è l’esempio utilizzato da Pregliasco – bisogna andare fino in fondo alla posologia per eliminare tutti i batteri. In questo caso bisogna andare fino in fondo per sperare di arginare i possibili contagi. A breve si potrà capire se funziona. Il problema, ripeto, è la contemporaneità dei casi gravi che mette in difficoltà il sistema sanitario. Non so che altra decisione verrà poi presa allo scadere di questa settimana, saranno le realtà competenti che dovranno valutarlo, ma c’è il rischio che si debba fare ancora qualche sacrificio”.
In Lombardia, spiega Pregliasco, “abbiamo un 10% di casi sul totale che sono operatori sanitari. E c’è uno stress notevole e agitazione fra i colleghi ospedalieri”, nella zona rossa ma non solo. “Anche dove lavoro. Sicuramente un aiuto in termini di attivazione di operatività complementari è necessario”, ha aggiunto Pregliasco per il quale può essere “utile” l’ipotesi al vaglio in Lombardia di assumere medici e infermieri pensionati per dare respiro a un sistema sanitario provato dai casi di Covid-19. “Spero si riesca ad avere un rinforzo di attività”. Del resto i medici pensionati “non devono essere messi in prima linea”, argomenta il professore dell’università di Milano: le persone in età avanzata sono più vulnerabili e a rischio con il nuovo coronavirus. “E’ importante il contributo che potrebbero dare permettendo di redistribuire le attività. Nessuno dice che li si deve mandare al massacro. Ma potrebbero coprire necessità che si affacciano quando si è concentrati a fronteggiare un’emergenza. Sono presidente Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze, ndr) e ritengo sia fondamentale anche il lavoro dei volontari in questa situazione, in funzioni come il controllo delle temperature negli aeroporti e ora nel facilitare il ‘fast track’ e la differenziazione dei pazienti che arrivano nei pronto soccorso. L’individuazione rapida dei casi sospetti è determinante in questi contesti. E’ importante garantire una continuità di azione”.