L’emergenza coronavirus sta portando in Italia – così come negli altri Paesi del mondo – dei risvolti critici sotto vari punti di vista; secondo Buffagni, però, le misure che sono state intraprese fino a questo momento non sono sufficienti per contrastare le conseguenze dell’epidemia.
Durate la recente diretta Facebook, il pentastellato vice ministro dello Sviluppo economico, Stefano Bussagni, ha espresso il suo punto in merito all’emergenza coronavirus del nostro Paese. Secondo Bussagni, dunque, queste prime misure atte a contrastare l’epidemia e i suoi critici effetti collaterali non bastano, e anzi, servono obbiettivi più “audaci”.
“L’Italia dovrà fare un grande sforzo, esigendo ciò che è giusto anche in Europa, perché di ‘zero virgola’ l’Italia e l’intero continente muoiono, in questo mondo globale. In questo momento non serve essere timidi con l’Europa, ma difendere gli italiani. Fondamentale è dare risposte concrete alle imprese, non solo quelle delle zone rosse. Bene i primi provvedimenti, ma non bastano affatto. Bisogna avere sì responsabilità, ma bisogna porsi degli obbiettivi audaci. Il Movimento 5 Stelle deve fare la sua parte e far sentire la sua voce per il bene dei cittadini”. Queste le parole usate dal viceministro durante la live sul suo profilo ufficiale.
L’emergenza coronavirus sta avendo, in effetti, un impatto molto serio non soltanto sul nostro sistema sanitario, quanto anche sull’economia del nostro Paese. Come riportato da Confesercenti qualche giorno fa, infatti, al momento sono 15mila le imprese italiane a rischio chiusura, e con esse sono in pericolo anche 60mila posti di lavoro.
Un prospetto veramente poco rassicurante. Soprattutto perché, come specificato dal rapporto dell’associazione, l’Italia starebbe andando incontro a una perdita di circa 3,9 miliardi di consumi. “Una stima conservativa, basata sull’ipotesi di una crisi limitata”, tra l’altro, e che dunque potrebbe rivelarsi più grave del previsto.
Il coronavirus, però, fa arrancare anche le Borse mondiali. Appena due giorni fa, non a caso, i mercati internazionali si sono chiusi con grossi cali pressoché ovunque – solo la Cina ha riportato un inaspettato aumento – soprattutto nel caso di Londra, Parigi e Tokyo. E non si è salvata nemmeno Wall Street, partita in ribasso influenzando il clima sui mercati globali.
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