Dietro l’arresto e la pesante condanna di Vittorio Cecchi Gori c’è il crack della Safin Cinematografica: un buco da 24 milioni di euro. La Corte di Cassazione qualche giorno fa aveva confermato la sentenza di colpevolezza dell’imprenditore fiorentino.
Era nell’aria, l’arresto di Vittorio Cecchi Gori: giusto qualche giorno fa la Corte di Cassazione aveva confermato per lui una condanna per bancarotta fraudolenta. Si parla del crack della Safin Cinematografica, roba da 24 milioni di euro. L’ultima disavventura finanziaria dell’erede di una delle case di produzione cinematografica più importanti del cinema italiano, e non solo.
Leggi anche ->Il coronavirus rischia di costare carissimo alla birra Corona
E ieri sera i carabinieri del Nucleo Investigativo si sono presentati casa sua per arrestarlo. I militari gli hanno notificato un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura Generale della Corte d’Appello di Roma per 8 anni, 5 mesi e 26 giorni di reclusione. A Cecchi Gori sono contestati reati finanziari, tra cui – appunto – la bancarotta fraudolenta. Dopo l’arresto Cecchi Gori è stato portato nel carcere di Rebibbia. Secondo indiscrezioni si troverebbe al Nuovo Complesso, potrebbe essere inviato o al reparto g14 o al g8.
Leggi qui ->La Grecia non vuole i migranti: bombe stordenti al confine con Turchia
Una caduta quasi verticale, quella di Vittorio Cecchi Gori, che ha quasi 78 anni. Dai palcoscenici internazionali, dalla notte degli Oscar a questo verdetto di condanna. In mezzo, altre disavventure: il fallimento della Fiorentina, di cui è stato presidente. Il fallimento della Fin.Ma.Vi spa, la finanziaria del gruppo Cecchi Gori, vicenda che rientra nella attuale condanna. A salvare Cecchi Gori da questa lunga condanna in carcere potrebbero essere però le sue precarie condizioni di salute. Lo scorso settembre l’ex patron della Fiorentina era stato ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma.