Si è di fatto chiuso il canale umanitario verso l’Africa con la messa in quarantena delle navi ONG che soccorrono i migranti a causa dell’emergenza coronavirus, ma le organizzazioni parlano di boicottaggio.
“Siamo boicottati”
Nessun contattato a bordo. E pure da alcuni giorni tre navi delle organizzazioni nazionali governative che sono attive nel canale umanitario tra Sicilia e Africa per il soccorso dei migranti alla deriva sono bloccate in porto. In quarantena. Tutte le persone sbarcate e provenienti dall’Africa sono state ospitate nei centri di accoglienza mentre il personale e l’equipaggio delle navi è costretto a stare a bordo per due settimane. “Siamo boicottati” dicono i portavoce delle organizzazioni non governative che hanno chiesto un tavolo di confronto con il governo italiano.
LEGGI ANCHE –> Sea Watch: tutti in quarantena, migranti ed equipaggio
Quarantena
La disposizione della quarantena si sarebbe resa necessaria dopo l’esplosione dell’emergenza coronavirus. Non solo per evitare che il contagio si propaghi nel nostro paese da chi arriva dall’Africa, visto che ormai il virus è presente anche lì ma non si sa con quale esposizione e diffusione. Ma soprattutto per evitare che le persone che sono destinate a tornare al continente africano possono contrarre qualche malattia infettiva qui. Perché ormai la nostra emergenza e nota a tutto il mondo.
“Un provvedimento illegittimo”
Tuttavia il parere delle organizzazioni non governative e che la quarantina se realtà un boicottaggio: “É un provvedimento illegittimo, che non annulla che fare con quelle che sono le disposizioni sanitarie disposte dall’OMS e dall’Unione Europea, di fatto hanno deciso di bloccarci. Si tratta di un vero e proprio boicottaggio”.
Nel frattempo tuttavia nessuno, né tra i migranti né il personale degli equipaggi, risulta essere positivo al coronavirus né sembra portarne alcun sintomo.
L’emergenza non si placa
Intanto ieri era stata segnalata la presenza in mare di un gommone con almeno 40 persone a bordo. Le tre navi delle ONG sono rimaste attaccate, bloccate dalla quarantena. “Quando l’epidemia di Covid 19 ha colpito l’Italia la Ocean Viking è stata messa in quarantena e ha rispettato tutte le misure indicate – dice Michael Fark, capomissione della MSF per il Mediterraneo e la Libia – mettere in quarantena le navi di ricerca e soccorso è come fermare le ambulanze in mezzo a un’emergenza. Una misura discriminatoria che oggi viene applicata solo a chi cerca di salvare vite in mare. Nelle ultime 48 ore sono arrivate nuove segnalazioni di imbarcazioni in pericolo nel Mediterraneo centrale. Siamo profondamente preoccupati per la sorte di quelle persone. Abbiamo rispettato tutte le misure preventive e al momento non c’è motivo per ritenere che alcun membro dell’equipaggio della Ocean Viking sia stato o sia a rischio di contrarre il virus”.
LEGGI ANCHE –> Migranti, il tweet di Sea Watch: “Chiesto per 3 volte il porto all’Italia”
La guerra muove nuove masse di migranti
Nel frattempo sulle coste libiche aumenta il numero di persone che si accavallano per andare in Sicilia. Il conflitto peggiora e chi può sta cercando di andare verso il Mediterraneo per fuggire. La Sea Watch nel frattempo ha chiesto solidarietà sui social attraverso un tweet: “Oltre all’Ocean Viking siamo l’unica imbarcazione in stato di quarantena in Italia – dice – nel rispetto di ogni precauzione medica, ci domandiamo tuttavia perché si applichino solo alle imbarcazioni di salvataggio questo tipo di disposizioni. Forse lo scopo non è contenere la diffusione di un virus ma evitare che si possano salvare persone in pericolo in mare”.
The @IMOHQ urged to avoid unnecessary restrictions or delays on the movements of ships, persons and goods.
The quarantine of #SeaWatch3 and #OceanViking is a mere pretext to discriminate NGOs and rescued people. https://t.co/4xKwp5UJIe— Sea-Watch International (@seawatch_intl) February 27, 2020