Il caso è stato confermato dal Ministero della Sanità di Lagos ed è il primo che si registra in tutto il continente africano. Si tratta di uno degli eventi più temuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il timore più grande
Era la paura più grande, perlomeno da parte dell’organizzazione mondiale della sanità: quella che il COVID-19 potesse fare il suo ingresso in Africa: “É solo questione di tempo – aveva detto -nel corso della sua relazione all’ONU, tre giorni fa, Bruce Aylward, il capo missione dell’OMS in Cina – le relazioni tra la Cina e l’Africa sono troppe e controlli praticamente non esistono. Per cui il timore è legittimo”. E in pochi giorni ecco che il timore è diventato realtà.
Su come il coronavirus potrebbe divampare in Africa e quali conseguenze potrebbe provocare si possono solo fare ipotesi.
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Il caso nigeriano arriva dall’Italia
Il primo a dare notizia del caso e il ministero federale della sanità nigeriano, il dottor Osagie Ehanire e lo fa pubblicando un comunicato governativo su Twitter perché nessuno possa interpretare la cosa come una fake news. Sul comunicato, firmato e in carta intestata con timbro ministeriale, si parla di un italiano ricoverato dal 25 febbraio a Lagos dopo essere arrivato in Nigeria con un volo da Milano. Il dottor Ehianiwe scrive che il paziente “è in uno stato clinico stabile e non presenta sintomi preoccupanti, questo è il nostro paziente zero. Stiamo verificando tutti i contatti che ha avuto da quando è arrivato in Nigeria”.
This is my complete Press Statement on the confirmed case of #COVID19 in #Nigeria@FMoHNigeria@NCDCGov@LUTHOfficial@LSMoH pic.twitter.com/MarpxetNI2
— Dr. E. Osagie Ehanire MD, FWACS (@DrEOEhanire) February 28, 2020
Il timore dei social media
Il nostro connazionale è ricoverato al reparto Malattie infettive dell’ospedale di Yaba, un sobborgo di Lagos. Il ministro, con toni cauti, ha invitato tutti i nigeriani ad avere un comportamento responsabile per non spargere disinformazione e paura e a non a non abusare dei social media.
Altri casi in Africa
In realtà questo non sarebbe nemmeno il primo caso africano: dopo la notizia della positività riscontrata a Lagos sono arrivate altre due notizie, una dall’Egitto e una dall’Algeria di casi probabilmente antecedenti a questo. Del caso egiziano non si sa nulla. Di quello algerino si dice invece che si tratti anche in questo caso di un paziente italiano positivo al coronavirus e ricoverato presso l’Istituto Pasteur di Algeri.
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L’angolo più indifeso del pianeta
Il distinguo, tuttavia, riguarda la zona equatoriale. Un caso di coronavirus nella zona subsahariana era da temere molto di più rispetto a quelli che si potevano verificare nella zona maghrebina o nord africana e mediterranea. La zona subsahariana viene considerata dall’OMS la più debole e fragile del pianeta in caso di malattie virali: soprattutto in Nigeria e Congo ma anche in Rwanda, Angola, Repubblica Centraficana, Zambia, Ciad e Burundi, sono ancora presenti casi di Ebola e diversi focolai di malaria. L’ebola rappresenta ancora il tasso di mortalità più alto del pianeta, 50%, e una banale influenza europea può diventare letale nei villaggi dove che spesso risultano isolati per settimane anche ai fuoristrada.