Non solo sciacalli senza scrupoli e truffatori, ma anche il business di chi vuole lucrare sulla paura. É l’altro aspetto del coronavirus.
Uno degli aspetti più fastidiosi dell’epidemia di coronavirus nel nostro paese, ma anche all’estero, è stata il feroce egoismo di chi ha voluto approfittarne. Non sono gli sciacalli che nei quartieri delle zone rosse chiedevano soldi per effettuare tamponi in modo assolutamente illegale. Una vera e propria truffa perpetrata soprattutto nei confronti degli anziani. Ma anche aziende che hanno approfittato della propria posizione per fare denaro.
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È per questo che l’antitrust ha chiesto oggi di acquisire informazioni e materiale rispetto alle principali piattaforme di vendita online che avrebbero commercializzato a prezzo maggiorato, con notevole promozione anche sui social network, prodotti igienizzanti e mascherine monouso di protezione delle vie piene respiratorie.
Le segnalazioni sono state decine: in qualche caso sono state notate on line anche “vendite promozionali” per stock di mascherine protettive, alcune migliaia, che venivano vendute a peso d’oro. Un business che non è sfuggito all’autorità e su quale ora si cercherà di fare luce. Le vendite venivano incentivate da post sui principali social network con i quali si promuovevano le offerte o l’efficacia dei prodotti in vendita. L’ipotesi da parte dell’antitrust è quella di vendita ingannevole e di ingiustificato aumento dei prezzi.
L’antitrust ha subito chiesto conto di queste vendite on line: le imprese dovranno comunicare entro tre giorni “quali misure hanno posto in essere per eliminare slogan pubblicitari che possano ingannare i consumatori sull’efficacia dei prodotti per evitare/curare le patologie da Covid 19 e quali misure abbiano adottato al fine di evitare ingiustificati e sproporzionati aumenti di prezzo”. La mancata comunicazione o l’evidenza di campagne promozionali ingannevoli faranno scattare sanzioni e forse anche o stop all’attività commerciale.
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Per altro sono stati riscontrati forti aumenti anche nei prezzi di varie compagnie aeree e l’impossibilità di acquistare biglietti ferroviari perché del tutto indisponibili o carissimi. Aumentati anche i prezzi dei passaggi in autobus sulle linee gran turismo. Le compagnie di trasporto si difendono sostenendo che le tariffe servivano a disincentivate gli spostamenti in un clima di emergenza sanitaria ma tutto questo ha portato, ovviamente, a un danno economico per i passeggeri.
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