Inizia davanti alla prima Corte di assise di Roma il processo a Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjort, accusati dell’omicidio di Cerciello Rega. I due americani sono reclusi a Regina Coeli.
Una vicenda con ancora troppi lati oscuri, due ragazzi americani in carcere e un carabiniere che non c’è più. Parte oggi il processo per l’omicidio di Mario Cerciello Rega. Sul banco degli imputati Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjort, i due americani in carcere a Regina Coeli. I due giovani, accusati di concorso in omicidio, lesioni, tentata estorsione e resistenza a pubblico ufficiale, saranno entrambi in aula. E ci saranno le prime mosse dei difensori dei due. Quelli di Elder, come già annunciato, chiederanno l’acquisizione delle intercettazioni dei colloqui tra l’americano e sua madre e tra il padre e un avvocato statunitense. Secondo l’avvocato Roberto Capra, difensore del 19 enne, le trascrizioni sarebbero diverse dagli audio e potrebbero dimostrare che Elder non sapesse di trovarsi davanti a due carabinieri prima di uccidere Cerciello Rega con 11 coltellate.
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Per le parti civili, la procura e i carabinieri invece, il capitolo degli audio è di secondo piano rispetto alle prove schiaccianti raccolte subito dopo il delitto a cominciare dagli sms degli indagati fino al coltello rinvenuto nella stanza dell’Hotel Le Meridien. Era il 26 luglio scorso quando il vicebrigadiere morì dopo l’aggressione nel quartiere Prati a poche centinaia di metri dall’albergo dove i due americani alloggiavano. Cerciello Rega quella notte, insieme al collega Andrea Varriale, andò in via Pietro Cossa per recuperare la borsa che i due ragazzi avevano portato via a Sergio Brugiatelli, ‘intermediario’ con i pusher che a Elder e Hjorth diedero tachipirina al posto di droga. I due giovani americani dopo il furto dello zaino avevano organizzato un ritorno in zona per riprendersi il maltolto. All’appuntamento però si presentarono i due carabinieri e Cerciello morì sotto le coltellate inferte da Elder.
Per quanto riguarda gli episodi avvenuti nella caserma poco dopo il fermo sia la Procura ordinaria che quella militare a dicembre hanno chiuso le indagini. A rischiare il processo a piazzale Clodio sono due carabinieri che hanno avuto nella vicenda ruoli diversi: Fabio Manganaro per aver bendato l’americano, e Silvio Pellegrini per abuso di ufficio e per pubblicazione di immagini di persona privata della libertà per aver scattato la foto del giovane californiano e averla poi diffusa.