Michele Bravi torna a parlare , dopo più di un anno di distamza dal tragico incidente in cui perse la vita una donna. Il cantate racconta il periodo il periodo più buio finora vissuto e che è riuscito a superare grazie all’aiuto dei familiare ma soprattutto di un misterioso ragazzo…
Secondo quanto ricostruito dalla Polizia locale, quel 22 novembre 2018 , Michele Bravi era alla guida di un’auto quando, uscendo dal parcheggio, non ha visto la donna, 52 anni, che in quel momento passava in sella alla sua moto.
L’impatto fu talmente grave che la donna poco dopo morì in ospedale. Da quel momento per Michele Bravi ci fu solo il buio : “Come spiegare le allucinazioni visive e le cose che sentivo? Avevo perso completamente il confine tra quello che era reale e quello che non lo era. Ho avuto paura d’impazzire
Il cantante umbro ammette di non ricordare gran parte delle cose successe dopo aver prestato i primi soccorsi : ” La mia mente ha creato dei vuoti. Oggi, non riesco a spiegarmi il perché di molte cose che faccio e che prima non facevo”.
Dopo il crollo, il giovane cantante racconta di aver potuto contare sulla vicinanza di alcune persone, una in particolare, un ragazzo che l’ha aiutato a entrare in terapia. PIù volte ha parlato di questa persona misteriosa, di cui non svela nome o altro, anche in una recente intervista con Silvia Toffanin, a Verissimo.
“Quando sono tornato a casa, dai miei genitori, c’era solo una persona con me. Mi stavano accanto tutti, ma non sapevano come interagire con quel male che si stava manifestando in maniera così diretta. Avevo difficoltà a recepire i messaggi”.
Racconta di un viaggio in treno fatto assieme a questo ragazzo, quello fu il momento in cui Michele capì doveva rivolegersi aidottori per superare quel momento. “Mi ha costretto ad andare in terapia […] È un ragazzo, che è stato lì con me e mi ha fatto capire la responsabilità di un dolore del genere […] Se ho trovato un orientamento nel buio è solo merito suo. Mi ha indicato la terapia, mi ha accompagnato, ha fatto in modo che potessi proseguire da solo”.
Una persona che si è rivelata fondamentale nel suparare questo profondo momento di crisi. Oggi questo ragazzo, ci svela Michele, non fa più parte della sua vita: Se n’è andato a febbraio. Non è stata una scelta. Non tornerà più. Ma forse è giusto così, non posso tenerlo legato. È il mio modo di ridargli il bene ricevuto”.
Ora Michele confessa di stare meglio, grazie anche alle cure della dottoressa che lo sta aiutando ad uscire dalla depressione post traumatica : “ L’unica cosa che ho detto quando sono entrato dalla dottoressa la prima volta è stato: salvami”.
Lo scorso 23 gennaio, Bravi ha chiesto chiesto di patteggiare un anno e mezzo nel procedimento in corso e a Vanity Fair rivela:
“Mettersi a fare un processo pubblico nei confronti di qualcuno che non c’è più e far subire quel dolore a chi quella persona l’ha persa è una cosa che non farò mai. Prendersi la colpa è l’unica scelta consapevole che io possa fare.”
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