Con un voto di fiducia, è passato il decreto Milleproroghe: 154 i voti a favore, 96 quelli contrari, zero gli astenuti. Assente Matteo Renzi, a votare “si”, a sorpresa, Gianluigi Paragone e l’ex Pd Tommaso Cerno, entrambi al Gruppo Misto.
Il decreto Milleproroghe è legge: il Senato lo ha approvato in via definitiva, dopo l’approvazione alla Camera di qualche settimana fa. Sul provvedimento il governo ha posto la fiducia: e l’aula di Palazzo Madama ha confermato la fiducia con 154 voti favorevoli, 96 voti contrari e nessun astenuto. I parlamentari presenti al momento del voto erano 251, i votanti sono stati 250. Tra gli assenti Matteo Renzi, mentre l’ex senatore Pd Tommaso Cerno, passato di recente dal PD al gruppo misto – e che inizialmente aveva annunciato di passare a Italia vita – ha votato sì alla fiducia. Come, un pò a sorpresa, ha votato si anche Gianluigi Paragone, senatore espulso dal Movimento 5 stelle e passato al gruppo Misto: “E’ stato un voto assolutamente convinto. Ho votato a favore perché c’erano diverse parti del provvedimento che mi interessano e che conosco bene come le norme sull’occupazione, quella sulle concessioni autostradali e la norma Bramini sull’ipoteca dei capannoni” ha dichiarato lo stesso Paragone, elencando i provvedimenti contenuti nel decreto che lo hanno convinto positivamente.
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Altri spunti di quello che il Milleproroghe porta con sè, li elenca la senatrice di LeU Loredana De Petris: “Il decreto mille proroghe approvato al Senato contiene numerosi provvedimenti utili e importanti. In particolare la stabilizzazione di molti precari della Pa, l’inizio del percorso per l’assunzione dei lavoratori socialmente utili nelle Regioni del sud, gli stanziamenti per le casse integrazione, fondamentali tra l’altro per offrire sostegno ai lavoratori dell’Ilva, il bonus verde e quello per i veicoli elettrici”.
Ma non solo: nel Milleproroghe anche la possibilità per i medici di restare oltre i 70 anni di età, ma sempre entro i 40 di attività, l’RC Auto “familiare”, la disciplina dei monopattini elettrici, il differimento due anni dell’entrata in vigore della nuova disciplina dell’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione forense.