Luca Ceriscioli risponde al premier Conte in merito alla gestione degli istituti scolastici. “Andiamo avanti anche se Conte impugnerà l’ordinanza”, dichiara il presidente della regione Marche.
La situazione del Coronavirus ha reso ancora più acceso il confronto in corso in Italia. Da una parte troviamo il Governo guidato dal premier Giuseppe Conte. Dall’altra invece ci sono le regioni, che in questo caso trovano un portavoce dal polso fermo. Stiamo parlando di Luca Ceriscioli, presidente della regione Marche, il quale sta continuando a contrastare i provvedimenti annunciati dal presidente del Consiglio. In particolare, Ceriscioli si mette di traverso per quanto riguarda il mantenimento dell’apertura di alcuni plessi scolastici.
E così, durante un intervento telefonico a Radio Capital, il presidente delle Marche ha ribadito il proprio dissenso. Da parte sua c’è l’intenzione di andare avanti per la propria strada, nonostante le proposte fatte dal Governo. “Noi andiamo avanti. Se la mia sia una sfida al governo, non dipende certo da me – ha dichiarato Ceriscioli – . Conte ci aveva assicurato un coordinamento nazionale che desse regole uniformi a tutti gli enti locali. Ma queste linee omogenee alla fine non si sono viste. Così abbiamo deciso di accelerare“.
L’attacco da parte del presidente delle Marche nei confronti del premier prosegue in maniera ferma. Ceriscioli, durante il suo intervento telefonico, fa infatti notare che la sua regione non è del tutto immune da casi di contagio. Non ne sono avvenuti all’interno dei confini territoriali, ma a pochi chilometri da essi. “Abbiamo avuto casi al confine, a Cattolica, e quindi diventava ingiustificato non applicare quelle misure di prevenzione indicate dai tecnici della nostra regione. Il governo ha perso un’occasione per individuare una strategia uguale per tutti da seguire“.
L’appunto fatto da Ceriscioli riguarda anche l’atteggiamento che Conte ha avuto in questi giorni, dopo l’annuncio dei primi casi. Un atteggiamento e un comportamento che al presidente delle Marche è apparso tutt’altro che coerente e costante. “Ho l’impressione che Conte faccia fatica a dare a tutto il territorio nazionale indirizzi omogenei. Tutte le regioni hanno pari dignità e noi amministratori abbiamo pari responsabilità. Lo stesso decreto del governo dà più potere alle regioni. Ora Conte se lo vuole riprendere: facesse pace con se stesso, noi non possiamo star dietro a questa schizofrenia“.
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