‘Ndrangheta: la procura di Ancona indaga su professionisti ed imprenditori

La procura di Ancona sospetta che gli imprenditori e i professionisti fermati, intrattenessero rapporti con la ‘Ndrangheta.

I carabinieri hanno compiuto un fermo di indiziato di delitto nei confronti di tre professionisti marchigiani e un imprenditore calabrese. L’accusa è quello di aver compiuto il reato di riciclaggio e autoriciclaggio con l’aggravante mafiosa. Il sospetto infatti, è che nel mezzo ci sia la ‘Ndrangheta. Il fermo è stato disposto dalla procura distrettuale antimafia della provincia di Ancona si è svolto nelle province di Perugia, Reggio Calabria ed Ancona. Per il momento, nessun dettaglio è stato reso noto dalle forze dell’ordine. Il procuratore della repubblica di Ancona presiederà una conferenza stampa che si terrà nella giornata di oggi alle ore 11, in cui verrano comunicati i dettagli dell’operazione. 

‘Ndrangheta: sembra continuare il sodalizio con professioni ed imprenditori

Il fermo compiuto dalla Procura di Ancona, sembra confermare che il sodalizio della ‘Ndrangheta tra professionisti e imprenditori non si ferma. Nel dicembre 2019, un uomo di 43 anni di nome Antonio Ricci fu’ messo sotto accusa in quanto considerato un collegamento con la ‘Ndrangheta. La Guardia di Finanza, per ordine del tribunale di Reggio Calabria, gli mise sotto sequestro beni per un valore complessivo di 400 milioni di euro.

Non solo, ma la Guardia di Finanza riuscì a scovare due trust riconducibili a Ricci. Oltre a questo gli investigatori trovarono diversi conti correnti e immobili all’estero, e la proprietà di tre società maltesi. Su Ricci era stato poi emesso un mandato di cattura, ma questi era riuscito a fuggire. Fu’ rintracciato dalle forze dell’ordine a Malta nello scorso Aprile.

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Il problema però, fu che la sua estradizione non fu permessa dal giudice di Appello Consuelo Scerri Herrera. Il giudice giustificò l’atto spiegando che Ricci era ricercato nel solo ambito delle indagini, e non invece a seguito di una condanna.