Egitto: confermata la morte di Mubarak

I familiari hanno confermato la morte di Mubarak, ex presidente dell’Egitto che ha guidato il suo paese per più di un decennio.

Egitto morte Mubarak
(Photo credit should read MOHAMED EL-SHAHED/AFP via Getty Images)

In seguito alla diffusione della notizia da parte di alcuni giornali egiziani, la famiglia ha deciso di confermare il decesso dell’ex presidente egiziano Mubarak. È morto all’età di 91 anni. 

Alla guida dell’Egitto per quasi un trentennio, Mubarak è morto mentre si trovava ricoverato in terapia intensiva. Una tv egiziana ha inoltre riferito che il mese scorso, Mubarak si era sottoposto ad un intervento chirurgico. Era dunque quello il motivo per cui trovava ricoverato in terapia intensiva. 

A riferire questa notizia alcuni media locali. Le stesse fonti dicono che negli ultimi giorni le sue condizioni di salute era peggiorate, al punto che rimaneva poche speranze che potesse farcela. Mubarak fu spodestato dalla rivoluzione egiziana avvenuta nel gennaio 2011. In seguito, nel 2012 venne condannato all’ergastolo con l’accusa di corruzione. Fu anche accusato di essere il mandante indiretto dell’uccisione di 239 oppositori.

Nel 2017 però Mubarak, a seguito di una revisione del processo richiesta dai suoi avvocati, fu prosciolto da tutte le accuse e dalla condanna subita. Venne però considerato colpevole di alcuni reati minori di corruzione. Per questo, gli venne impedito di lasciare il paese. Anche i suoi due figli, Alaa e Gamal Mubarak, nel febbraio di quest’anno, sono stati prosciolti dal Tribunale del Cairo da ogni accusa di corruzione.

Mubarak: la sua carriera politica in Egitto fino alla morte

Hosni Mubarak è nato a Kafru I-Musilha nel 1928. Nacque all’interno di una famiglia benestante. La sua famiglia, anche per assecondare il suo carattere forte e risoluto, lo convinse a intraprendere la carriera militare.

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Frequentò l’Accademia militare nazionale e in seguito si arruolò in Unione Sovietica nell’Accademia di Stato Maggiore. A ventidue anni entrò nell’Aeronautica. Ci restò per ventidue anni della sua vita. Durante questo periodo, riuscirà a intraprendere una brillante carriera militare, che lo porterà a scalare le gerarchie delle forze armate.

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Nel 1969, diventa capo di stato dell’Aeronautica e nel 1972 viene nominato comandante in capo. Nel mondo arabo, si rivelò ben presto tra i maggiori sostenitori di una campagna di amicizia nei confronti dell’Occidente e della proposta di arrivare a una risoluzione di pace con lo Stato di Israele. Durante il suo mandato, è stato sempre riconosciuto come uno dei più fidati alleati degli Stati Uniti. Dimostrò inoltre grandi doti di mediazione nella questione tra palestinesi e israeliani.

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