L’ultimo Maresciallo dell’Unione Sovietica, Dmitry Yazov, che nell’agosto del 1991 partecipò al fallito tentativo di golpe contro Mikhail Gorbaciov, è morto oggi a Mosca all’età di 95 anni “dopo una grave e lunga malattia”: lo riporta il ministero della Difesa russo in una nota ripresa dalle agenzie.
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Uno degli 11 leader del fallito golpe, il ministro degli Interni sovietico Boris Pugo, si uccise subito dopo l’insuccesso del tentato colpo di Stato che di fatto accelerò il crollo dell’Urss. Gli altri dieci furono amnistiati dalla Duma russa il 23 febbraio del 1994
Yazov, ministro della Difesa sovietico dal 1987 al 1991, l’anno scorso era stato condannato in contumacia a dieci anni di carcere per “crimini di guerra e crimini contro l’umanità” da un tribunale di Vilnius per gli eventi del 13 gennaio 1991, quando le truppe sovietiche presero d’assalto la torre della televisione di Vilnius dopo che la Lituania aveva dichiarato l’indipendenza da Mosca nel marzo del 1990.
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Il raid costò la vita a 14 civili. Con la morte di Yazov, resta in vita uno solo dei leader del fallito golpe del 1991, Oleg Baklanov, allora vice presidente del Consiglio per la Difesa.
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