Il sindaco di Casalpusterlengo, paese all’interno della zona rossa, interviene sul coronavirus. L’accusa di Elia Delmiglio è riferita direttamente al governo: “Siamo stati lasciati soli. Così molti sono poututi andare e venire dalla zona rossa”. Ma il Prefetto smorza i toni: “Non siamo in guerra”
“Come sta affrontando il coronavirus la comunità di Casalpusterlengo? Ci sentiamo abbandonati dal governo per i ritardi con cui sono stati presi i provvedimenti. Questo ha consentito alla gente già in periodo di emergenza coronavirus di andare e venire dalla zona rossa”. Raggiunto al telefono dall’Ansa, Elia Delmiglio, sindaco di Casalpusterlengo, ha lanciato una precisa accusa al governo. Nel mirino sono finiti i ritardi e il mancato intervento tempestivo. “Dall’annuncio all’effettiva entrata in vigore del decreto è passato quasi un giorno. Ore in cui la gente si è spostata liberamente” ha aggiunto. Poi, un un appello. “Bisogna prestare maggiore attenzione al mondo produttivo della zona”, riferendosi verosimilmente alle difficoltà degli imprenditori in una fase così delicata.
Di tutt’altro avviso il Prefetto, che ha voluto gettare acqua sul fuoco. “Non siamo in stato di guerra – spiega Marcello Cardona, prefetto di Lodi – ma in una fase preventiva per evitare ulteriori contagi. E da questo punto di vista si sta facendo tutto il necessario per garantire sicurezza”. Il prefetto ha effettuato un sopralluogo in alcuni dei 35 check point allestiti per vigiliare sulla zona rossa del coronavirus.
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La vita a Casalpusterlengo: le saracinesche restano abbassate
La zona rossa è ormai un isolato, separata dal resto d’Italia da una cortina di protezione, così come indicato dai provvedimenti. Una manciata di comuni del lodigiano è completamente isolata: una situazione che sembra surreale ai tempi della globalizzazione e della frenesia quotidiana. A Casalpusterlengo, 4 chilometri da Codogno, la vita va avanti fra posti di blocco e ferie imposte. Non si lavora. La situazione è definita a tratti serena da chi non è stato colpito dal coronavirus. “Tutto sommato sono giorni tranquilli. C’è tempo per una passeggiata con la famiglia e per rilassarsi”, ripetono i cittadini. Ma c’è anche chi teme per la situazione economica della zona. La paura è che queste vacanze forzate possano colpire l’economia locale in modo irreparabile.
I negozi di via Garibaldi, la strada principale di Casalpusterlengo, sono chiusi. Le poche persone che passeggiano in giro sembrano aver accettato lo scenario, che verosimilmente si protrarrà. Le file davanti alle farmacie si formano già prima dell’apertura. Gli abitanti pensano a fare scorta di medicinali e disinfettanti, in alcuni casi anche in maniera forzata. Nessun timore, invece, per quanto riguarda i viveri. La situazione è finora sotto controllo per quanto riguarda il cibo. I camion che trasportano viveri entrano ed escono liberamente. Non si registrano disagi o ritardi nelle consegne.
Le autorità non hanno ancora comunicato quando sarà possibile tornare a lavoro. Una delle aziende più importanti del territorio è l’Unilever, con oltre cento dipendenti: la fabbrica è chiusa almeno per una settimana.