Trasportavano gli ebrei nei lager: compagnia ferroviaria versa 32 milioni ai nipoti

Arriva all’atto concreto, quello del versamento del denaro, l’atto della compagnia olandese NS che ha stanziato una somma record per risarcire i discendenti delle vittime dei campi di concentramento.

Il binario del campo di concentramento di Auschwitz

Quel binario

Una delle immagini più forti del campo di concentramento di Auschwitz che oggi si trova in territorio polacco, è quella del cancello spalancato davanti ai carri ferroviari colmi di deportati. Saranno centinaia di migliaia e non torneranno più indietro. Una delle pagine più nere della storia contemporanea ampiamente documentata e testimoniata e raccontata anche del film di Roberto Benigni “La vita è bella”, vincitore dell’Oscar.

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Chi nega, chi risarcisce

Negli anni si è assistito a un vivace dibattito tra chi nega che gli stermini siano realmente accaduti, non nei termini raccolti dai libri di storia, e chi invece continua a chiedere perdono e cerca di fare ammenda. Qualche anno fa la compagnia ferroviaria olandese NS decise un’iniziativa clamorosa, rimborsare gli eredi delle vittime che erano salite sui loro vagoni.

I rimorsi

“Ogni immagine che vediamo nei documentari o nelle raccolte fotografiche di quei vagoni che portano il marchio della nostra compagnia, per noi è una stilettata al cuore” disse uno dei dipendenti della NS. L’uomo, nipote di una coppia scampata all’olocausto, fece propria l’istanza di Salo Muller, il figlio di due deportati che fu il primo nel 2017 a chiedere un indennizzo alla NS.

La compagnia chiede scusa

Di fronte alla crescente emozione nata dai suoi stessi dipendenti la NS lo scorso anno ha deciso di stanziare una somma pari a 32 milioni di euro da redistribuire tra le quattromila domande di risarcimento che erano state presentate dopo quella di Muller.  Nel 2005 la compagnia si era già scusata ufficialmente per il ruolo attivo che aveva avuto nelle avuto nelle deportazioni naziste.

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Uno dei vagoni della NS utilizzati per le deportazioni naziste

I viaggi del terrore sui vagoni NS

La NS, Nederlandse Spoorwegen, la compagnia nazionale dei trasporti olandese, aveva guadagnato una fortuna nei primi anni ‘40 con i suoi viaggi verso i campi di concentramento. Anche Anna Frank salì su uno di quei carri insieme alla sua famiglia. Si calcola che siano stati non meno di 110mila gli ebrei che vivevano in Olanda e che furono deportati su quei convogli. La giovane che scrisse il famoso Diario, uno dei libri più tradotti e distribuiti del mondo,  morì a Westerbrock, uno dei campi di concentramento meno noti gestiti dai nazisti, ma anche uno dei più feroci. La NS stanziò nel 2006 un milione di euro per restaurarlo e farne un museo della memoria.

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