Il tribunale del Riesame di Roma, in sede di appello, si è riservato di decidere in merito al ricorso presentato dalla Procura generale contro la scarcerazione di Salvatore Buzzi, una delle figure chiave dell’indagine Mondo di
mezzo. E’stato condannato in secondo grado a 18 anni e 4 mesi ed è in attesa di un nuovo processo per la rideterminazione della pena
Il tribunale del Riesame di Roma si è riservato di decidere in merito al ricorso presentato dalla Procura generale contro la scarcerazione di Salvatore Buzzi, decisa il 19 dicembre scorso dalla Corte di appello. Questa aveva ha accolto una istanza presentata dai difensori, all’interno dell’indagine ‘Mondo di Mezzo’. Oggi si è svolta l’udienza davanti al tribunale della Libertà dopo che la procura generale ha respinto la richiesta di ricusazione del
presidente del Riesame, Bruno Azzolini, avanzata nei giorni
scorsi dagli avvocati Alessandro Diddi e Pier Gerardo Santoro,
difensori di Buzzi.
Richiesta respinta in quanto il magistrato, si sosteneva nel
ricorso, in passato per due volte si e’ espresso nei confronti
di Buzzi confermando l’impostazione dei pm. Per la Procura Generale il ras delle cooperative romane, attualmente ai domiciliari e condannato in secondo grado a 18 anni e 4 mesi ed in attesa di un nuovo processo per la rideterminazione della pena dopo che la Cassazione ha fatto cadere i reati di mafia, deve tornare in carcere perche’ sussistono le esigenze cautelari in quanto ancora “socialmente pericoloso” e potrebbe “reiterare la corruzione con la nuova classe dirigente”. I termini cautelari per Buzzi scadono il 2 aprile.
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Lo scorso 30 gennaio gli avvocati Diddi e Santoro si erano così espressi sulla richiesta di ricusazione. “I provvedimenti cautelari per Salvatore Buzzi – hanno spiegato – dall’inizio del processo sul ‘Mondo di Mezzò sono sempre stati decisi dal presidente Bruno Azzolini, che ha espresso giudizi morali e personali nei suoi confronti. Per tale motivo Buzzi non intende essere giudicato da un magistrato che non ha un giudizio imparziale verso di lui”.
“La dimostrazione –hanno aggiunto – è che l’appello per rimandare Buzzi in carcere è stato fissato in 25 giorni, un termine anomalo. Ricordiamo che normalmente passano 4 mesi”. Contro Azzolini i legali di Buzzi hanno depositato anche una denuncia, presentata a Perugia. In questa, si spiega, lo stesso tribunale è titolare per le indagini sui colleghi romani, ipotizzando il reato di falso ideologico.
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