Gli alberghi stanno ricevendo una raffica di richieste di cancellazioni e rimborsi mentre tanti paesi sconsigliano di visitare il nostro paese.
Che la vicenda coronavirus avrebbe avuto una pesante ricaduta economica sul nostro paese era evidente fin dall’inizio anche se forse si pensava che i segnali sarebbero arrivati più in là. E invece dopo pochi giorni sono già sei i paesi che hanno ufficialmente sconsigliato ai proprio abitanti di venire in Italia. Non c’è ancora un blocco dei voli, come ha fatto l’Italia con la Cina ma Bosnia, Croazia, Macedonia, Serbia, Irlanda e Israele dicono che l’Italia, per il momento, è meglio tenerla fuori dalla propria agenda.
Anche Gran Bretagna e Stati Uniti hanno diramato comunicati in cui chiedono ai propri cittadini di prestare attenzione mentre la Francia ha imposto la quarantena per chi entra nel paese ed è residente in Lombardia e Veneto.
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Se in Italia la sospensione delle gite scolastiche è stata una delle prime conseguenze del giro di vite per la tutela della sanità pubblica, quasi tutti i paesi confinanti hanno fatto sapere che quest’anno non ci saranno studenti in viaggio qui da noi. In Croazia una quarantina di studenti di Pola in gita a Venezia è stato posto in isolamento. E il caso del volo Alitalia bloccato alle Mauritius evidenzia che il problema va molto al di là dei confini nazionali.
Israele ha predisposto un avviso ad hoc per chi vola verso l’Italia. La Serbia ha chiesto a tutte le scuole di annullare o rinviare i viaggi di studio in Italia. L’Irlanda si limita a sconsigliare di venire in Italia. Il tutto sta avendo grande risalto su stampa e informazione on line con un danno di immagine grave che diventerà anche un pesantissimo problema economico. Difficile dire quale sarà il peso di questi tagli sul nostro PIL in vista della stagione estiva i cui listini stanno per essere presentati.
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Le agenzie di viaggi e i tour operator chiedono assistenza annunciando una crisi del settore senza precedenti. Le cancellazioni già fino a Pasqua rischiano di rendere il 2020 un annus horribilis per il turismo italiano, una delle poche industrie che non sembrava conoscere crisi, 146 miliardi di euro all’anno, pari al 12% del PIL.
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