Coronavirus, spunta il furto di mascherine | L’episodio di Como

L’allarme coronavirus si ripercuote persino sul furto di mascherine a Como. E’ successo la notte scorsa: qualcuno ha scassinato un armadio del deposito del blocco operatorio. I fatti sono avvenuti presso l’ospedale Sant’Anna

Coronavirus
Furto di mascherine all’ospedale di Como

Il coronavirus preoccupa e si verifica persino il furto di mascherine chirurgiche protettive. Secondo quanto si apprende sono state rubate dall’ospedale Sant’Anna di Como. E’ successo la notte scorsa: qualcuno ha scassinato un armadio del deposito del blocco operatorio dove vengono tenute le mascherine destinate a medici, infermieri e assistenti. Il furto è stato scoperto questa mattina dal personale sanitario.

Una diversa tipologia di furto, questa volta incentrata sulla paura, ha preso piede nelle ultime ore. “Il Coronavirus si trasmette anche attraverso i soldi o toccando i gioielli”. Da questa falsa notizia alcuni sciacalli sono riusciti a truffare degli anziani trevigiani dopo essersi finti medici e specialisti per poter entrare in casa loro con la scusa di dover fare dei test sui loro beni di valore.

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La dinamica dei furti presso le abitazioni. L’appello: “Non aprite a nessuno”

Dopo i finti messaggi circolati domenica su Whatsapp in cui si annunciava il primo caso di Coronavirus in provincia di Treviso, il gruppo “Furti in corso”  – come ricostruito da Treviso Today – ha denunciato nelle scorse ore un’altra ignobile truffa avvenuta ai danni di alcuni anziani della provincia. I malviventi hanno operato in modo scolastico. Citofonando alla porta degli ignari pensionati fingendosi medici e virologi “porta a porta” per informare i cittadini sugli effetti del virus arrivato in Veneto. In realtà però era tutta una scusa per poter entrare nelle case degli anziani e fargli tirar fuori i contanti dicendo che il virus poteva trasmettersi anche attraverso le banconote e i gioielli.

Niente di più falso però in molti casi, come segnalato dalle forze dell’ordine, i ladri sono riusciti a fuggire con un discreto bottino. L’appello – divulgato nelle ultime ore – è quello di prestare la massima attenzione a episodi di questo genere. “Non esiste nessuna macchina dell’Ulss – si informa – che viene casa per casa a informare i cittadini sugli effetti del virus. L’invito è quello di non farsi prendere dal panico e tenere sempre alta l’attenzione anche verso questo tipo di ignobili truffe”.

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