Achille Lauro ci ha abituati al Festival di Sanremo 2020 a divertirci, a sorridere e a riflettere coi suoi numerosi e assai stravaganti travestimenti, che sono stati anche – per così dire – copiati da una famiglia intera per i propri costumi di Carnevale. Instagram e blog docet.
Ed è proprio in nome di questi travestimenti che sia il grande pubblico che la critica si è “lanciata” in paragoni che hanno visto associare il giovane rapper romano ad alcuni grandi nomi della musica italiana, come il mitico Renato Zero, e a quella internazionale, come l’indimenticabile David Bowie.
Veri e autentici miti musicali, che in realtà sono lontani anni luce da Lauro. Di lui dunque si parla maggiormente per i suoi look che per la sua musica, settore nel quale l’artista opera, sebbene abbia iniziato da tempo una stabile collaborazione con dei mostri sacri della Moda, Gucci in primis.
Achille Lauro, cosa si cela dietro i suoi travestimenti
Ma per quale motivo Achille Lauro ama travestirsi? In realtà, chi lo segue da tempo ha già potuto notare che l’artista non abbia mai nascosto il suo talento per costruire attorno alla sua figura, certamente affascinante e carismatica, un alone di mistero, indossando capi e accessori indubbiamente stravaganti e talora molto femminili, senza nemmeno disdegnare trucchi, assolutamente eccessivi.
Al di là del desiderio di spettacolarizzazione e della volontà di non voler cedere ad alcuna etichetta a livello amoroso, sentimentale e sessuale, per quale motivo Lauro ha deciso di indossare in qualche maniera delle maschere per mostrarsi agli altri? Eppure, in alcune apparizioni televisive, in primis a Domenica In, è apparso in una “tenuta” elegante e casual nello stesso tempo, per nulla eccessiva, e non ha quindi dato assolutamente spettacolo come è solito fare. Anzi! Parlando con Mara (Venier, ndr) con la quale si è instaurato da tempo un rapporto di sincera amicizia e di stima reciproca, ha fatto trapelare tra le righe tutta la sua dolcezza e, per certi versi, persino la sua fragilità.
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Sono io Amleto: la verità nel suo libro
Leggendo poi il suo primo libro autobiografico, intitolato Sono Io Amleto e pubblicato da Rizzoli, si può comprendere come il giovane sia in realtà dotato di una grande sensibilità di fondo, oltre che di grandi e piccole fragilità. E, del resto, se si osservano i suoi occhi, quando non sono eccessivamente truccati o coperti da vistosi occhiali da sole dalle lenti scure o colorate, si può leggere chiaramente in essi un bisogno innato di amare e di essere amato, con tutte le sue debolezze, con tutti i suoi pregi e con tutti i suoi difetti, oltre che con tutti i suoi dolori e con tutte le sue gioie.