Dalla peste del ‘300 al Coronavirus. Alcune delle epidemie che hanno colpito l’umanità negli ultimi secoli, passando per il vaiolo, la spagnola e la Sars.
Il Coronavirus si sta diffondendo sempre di più: si paventa una pandemia, cioè un’epidemia molto estesa. Ma il COVID-19, si sa, non è l’unico fenomeno epidemico che ha messo in allarme il mondo. Nella storia degli ultimi secoli, epidemie e pandemie hanno mietuto milioni e milioni di vittime.
Che cos’è una pandemia e qual è la differenza tra epidemia e pandemia? Per epidemia si intende il diffondersi, in un certo spazio e periodo, di una malattia infettiva in una comunità di persone, che porta ad un’alterazione del numero dei decessi previsti in quella determinata comunità in un periodo di tempo specifico. La pandemia è il ripresentarsi in più zone diverse, a macchie di leopardo, dello stesso fenomeno.
È importante dire innanzitutto che molte delle malattie mortali o epidemiche negli ultimi anni sono state isolate grazie ai vaccini, come il vaiolo, sconfitto nel 1977, che fece 500 milioni di vittime nel mondo. Tra le malattie letali sconfitte con il vaccino anche il morbillo, la poliomielite, la pertosse.
La trasmissione delle malattie nei fenomeni di epidemici, a livello storico, è proliferata in queste modalità: principalmente tramite contagio dagli animali all’uomo, e poi da uomo a uomo attraverso fluidi corporei o attraverso le vie respiratorie, in situazioni di precarietà igienico-sanitaria, oppure in casi di difese immunitarie basse.
Pensiamo ai conquistadores, che decimarono le popolazioni autoctone americane, che non erano preparate alla carica infettiva di una popolazione diversa. Per loro il morbillo, la peste e il vaiolo, oltre che una semplice influenza, furono letali.
La peste nera del ‘300, ad esempio, fu causata da un batterio trasmesso dai ratti agli uomini tramite le pulci. La peste era un’epidemia circoscritta alla Mongolia (quindi un’endemia, epidemia circoscritta a una sola zona), che poi si diffuse in Cina e tramite le rotte commerciali in Europa, mietendo 20 milioni di vittime, che corrispondeva allora a un terzo del continente europeo.
L’influenza spagnola, un’influenza dal ceppo molto aggressivo e attecchita nel contesto precario della Prima guerra mondiale, si rivelò letale, uccidendo 100 milioni di persone in tutto il mondo, tra il 1918 e il 1920. Il nome deriva dal fatto che le prime notizie furono diffuse dai giornali spagnoli.
Negli anni ’80 ci fu la piaga dell’AIDS, una malattia del sistema immunitario trasmessa in vari modi: da madre a figlio, attraverso trasfusioni di sangue, o tramite rapporti sessuali.
Negli ultimi anni, tra le epidemie la cosiddetta Febbre Suina: un tipo di influenza trasmessa da alcuni allevamenti messicani di maiali all’uomo nel 2009, causando vittime in Messico e si diffusasi in tutto il mondo. I contagi sono stati numerosi, ma la pericolosità poco elevata.
Diversa dalla Suina l’Aviaria, una malattia infettiva contagiosa causata da un virus influenzale che si è prima diffusa tra gli allevamenti avicoli in Asia e poi ha colpito l’uomo. Nel 2004 ha provocato 34 casi di infezione e 23 morti.
Secondo l’Istituto della Sanità, quello della “Mucca Pazza” o “Bovine Spongiform Encephalopathy” è un agente infettivo virale, che è però conosciuto come una delle malattie più temute degli ultimi decenni. La BSE è stata diagnosticata per la prima volta nel Regno Unito nel 1986.
Molto pericolosa è anche la “Severe acute respiratory syndrome”, o “sindrome acuta respiratoria grave”, comunemente conosciuta come Sars: una particolare forma di polmonite comparsa a novembre 2002 in Cina, mortale nel 15% dei casi di contagio.
Il virus Ebola è stato invece causa di un’epidemia di febbre emorragica di Ebola in Africa Occidentale nel 2014
Negli anni 2010 si è diffuso il virus Zika, con casi in tutti i continenti , anche in Europa. Simile è il Dengue, che come il virus del Nilo occidentale, si diffondono tramite le zanzare.
Nel caso dell’epidemia del Coronavirus in atto, non serve andare nel panico ma è importante rispettare alcune accortezze per arginarne la diffusione. Come ad esempio lavarsi le mani, evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute, non toccare occhi, naso e bocca con le mani, coprire bocca e naso se si starnutisce o tossisce, consultando il sito del Ministero della Salute per tutte le indicazioni.
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