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Cronaca

Liguria, assessore alla protezione civile vuole l’obbligo di non uscire

Al via tutte le possibili misure di prevenzione territoriale, l’esempio cinese ha offerto la possibilità di immaginare una quarantena totale. Prima richiesta arrivata dalla Liguria. 

L’assessore regionale alla protezione civile Giacomo Giampedrone ha comunicato ai sindaci dei comuni interessati la necessità di “trasformare la volontarietà” dell’isolamento fiduciario “in obbligo di restare a casa” per quanto riguarda le persone isolate nella zona del levante ligure a partire dai 40 della compagnia di sbandieratori di Levanto che hanno partecipato a una manifestazione a Codogno.

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Intanto il sindaco Bucci si è rivolto ai genovesi ribadendo che “la situazione è sotto controllo e che è opportuno mantenere la calma, ma è anche necessario tenere fede alle indicazioni impartite per tutti quelli che sono entrati in contatto con aree del contagio. In questo caso devono farlo sapere all’autorità sanitaria – ha concluso -. Un dovere per se stessi e per la città”

Isolamento anche per Milano e Venezia

Scuole e università chiuse in alcune regioni, gite scolastiche sospese, eventi sportivi cancellati. Laddove si sono verificati i contagi vengono messe in pratica le misure di contenimento previste della autorità. E se ne programmano altre. E’ partito alle 13 un summit, non previsto, in Protezione civile del presidente del Consiglio Giuseppe Conte con il capo del Dipartimento di Protezione civile, Angelo Borrelli. Sta arrivando anche il ministro della Salute, Roberto Speranza.

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I due recenti casi a Venezia e i 24 casi complessivi, hanno spinto le autorità della regione a fermare i festeggiamenti del carnevale di Venezia. “Da questa sera è previsto il blocco del Carnevale di Venezia e di tutte le manifestazioni anche sportive fino al 1 marzo compreso”, dice  governatore del Veneto Luca Zaia. Che poi parla delle indagini sanitaria per individuare il punto di partenza dei focolai in Veneto. “Non abbiamo novità sul paziente zero e abbiamo i due casi a Venezia città storica che ci preoccupano non poco, perché sono pazienti che non hanno alcuna storia clinica e sociale riferita alla comunità cinese e di persone che venivano la zona infetta. Le linee guida ci dicono che è più efficace effettuare i test per cerchi concentrici a partite dai casi, e non a tappeto sulla popolazione”, aggiunge il governatore spiegando che si sta lavorando per “ricostruire la storia” dei contatti dei due casi veneziani.

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