Coronavirus, casi di positività dalla Diamond Princess dopo lo sbarco

Tre casi in due soli giorni: c’è preoccupazione sulla situazione dei pazienti asintomatici che scoprono di essere stati contagiati solo dopo essere tornati a casa.

La doffisione del coronavirus secondo la mappatura dell’istituto John Hopkins

La Diamond Princess resta un problema

Anche se il contagio in Cina per il terzo giorno consecutivo sembra segnare un rallentamento, il coronavirus continua a preoccupare per la grande aggressività con cui sta attaccando la Corea del Sud e per i contagi che vengono riscontrati dopo numerosi controlli negativi. In effetti quello dei cosiddetti “pazienti silenti”, persone malate ma asintomatiche che portano il virus e lo trasferiscono ad altri, comincia a diventare un’emergenza nell’emergenza: perché quasi tutte le amministrazioni sanitarie nazionali si trovano ad affrontare un problema senza sapere come trattarlo.

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Sbarcano sani e arrivano a casa infetti

Due giorni fa due pazienti australiani erano rientrati a Melbourne e ricoverati in gravi condizioni perché positivi al coronavirus. Erano stati sbarcati perché del tutto negativi dopo la quarantena e gli ultimi controlli, si è accertato un terzo caso. Ieri è stato il turno di una donna di 60 anni residente a nord di Tokyo, che di fronte a un crescente malessere e alle difficoltà di respirazione ha allertato l’emergenza. Anche lei è stata ricoverata in gravi condizioni, positiva al virus.

Dietrofront da parte delle autorità sanitarie nipponiche: “È evidente che nonostante siano state prese tutte le precauzioni necessarie questo virus si comporta in una maniera del tutto imprevedibile – dice Soichi Kagai, uno dei direttori amministrativi del ministero della salute giapponese che si è incaricato dei controlli – possiamo solo proseguire il monitoraggio su tutti i 969 passeggeri che ancora sono sul nostro territorio nazionale e allertare tutte le altre amministrazioni che questo è un problema serio e concreto”.

Si ricontrollano gli sbarchi della Princess

Un problema che riguarda anche gli italiani sbarcati dalla Princess e già rientrati in Italia ma attualmente comunque sotto controllo nell’area protetta della Cecchignola. Imbarazzo anche per il ministero giapponese. Solo nella giornata di ieri sono stati registrati cinque contagi tra gli sbarchi della Princess.

Katsunobu Kato, il ministro della salute, si è scusato: “È stato un errore di procedura, tutti i passeggeri segnalati erano stati controllati prima dell’inizio del periodo di quarantena, il 5 febbraio, ma prima di essere fatti uscire dalla zona protetta avrebbero dovuto eseguire un secondo test. Siamo dispiaciuti. Forniremo tutta la nostra assistenza ai pazienti e alle loro famiglie”.

Le autorità hanno contattato tutte le persone interessate sottoponendole a ulteriori controlli, ma per quanti hanno già lasciato il Giappone il problema rimane.

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Nuovi focolai in Indonesia, Thailandia e Iran

Intanto il bilancio del coronavirus in Cina raggiunge i 2.442 morti, dopo le altre 97 vittime registrate ieri, quasi tutte nella provincia di Hubei. La Commissione nazionale sanitaria ha confermato anche altri 648 casi di positività. Una leggera flessione rispetto al totale dei contagiati che in Cina ha raggiunto quasi quota 77mila. Molto più aggressivo il virus in Corea del Sud, 123 casi solo ieri: quattro le vittime a fronte di 556 casi complessivi che aumentano con un ritmo esponenziale. La mappatura del virus comincia ad allargare le sue zone rosse in Indonesia, Thailandia, Iran e Kazakhstan. Piccoli focolai sotto controllo in Russia e Australia.

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