Superati i 100 casi di coronavirus, la situazione è sempre più emergenziale. Nella notte il governo ha varato un decreto legge per contrastare l’epidemia, mentre la regione Lombardia ha istituito un numero unico per le emergenze. Ma la gente ha paura: è assalto ai supermercati.
In Italia ormai si sono superati i 100 casi di coronavirus: il commissario alla Protezione Civile parla di 132 casi. Ma basta fare due calcoli per confermare i numeri: il presidente della Lombardia Attilio Fontana che ha dichiarato che le persone contagiate nella sola regione lombarda sono al momento 89. Se a queste si aggiungono i 25 casi in Veneto – proprio stamattina i primi due contagiati a Venezia, dove è in corso il carnevale – annunciati dal presidente della regione Luca Zaia, in 2 in Emilia Romagna, 3 nel Lazio e 3 in Piemonte, si sfonda abbondamentente quota 100. Al momento sono solo due i morti: un uomo di 78 anni in Veneto ed una donna di 77 in Lombardia.
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A Milano il sindaco Sala ha annunciato la chiusura delle scuole, mentre il Ministero dell’Istruzione decide di bloccare le gite scolastiche. Fermi i campionati di calcio nelle aree dove si è manifestato il contagio, compresa la serie A. Il governo ha approvato nella notte il decreto legge volto a contenere la diffusione del coronavirus: un testo che precede una serie di restirizioni per le aree dove si registri la presenza anche di un solo infetto. Queste le prescrizioni inserite nel decreto: divieto di allontanamento e quello di accesso al comune o all’area interessata; la sospensione di manifestazioni, eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato; la sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole e dei viaggi di istruzione; la sospensione dell’apertura al pubblico dei musei; la sospensione delle procedure concorsuali e delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità; l’applicazione della quarantena con sorveglianza attiva a chi ha avuto contatti stretti con persone affette dal virus e la previsione dell’obbligo per chi fatto ingresso in Italia da zone a rischio epidemiologico di comunicarlo al dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente, per l’adozione della misura di permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva; la sospensione dell’attività lavorativa per alcune tipologie di impresa e la chiusura di alcune tipologie di attività commerciale; la possibilità che l’accesso ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità sia condizionato all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale; la limitazione all’accesso o la sospensione dei servizi del trasporto di merci e di persone, salvo specifiche deroghe.
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Per far rispettare le norme di contenimento, sarà usata la forza pubblica: polizia, carabinieri, esercito se serve. “Ovviamente – ha dichiarato il premier Conte – disporremo dei presidi e dei controlli” perché ci sia il rispetto delle misure di contenimento previste sui territori, “e quindi abbiamo già dato mandato alle forze dell’ordine perché provvedano. E se è necessario ci saranno le forze armate, ma confideremo molto sulla collaborazione dei cittadini”. Il mancato rispetto delle misure di contenimento decise dal governo sarà punito ai sensi dell’articolo 650 del codice penale che prevede l’arresto fino a tre mesi.
Al momento – a parte il caso del giovane fuggito da Codogno per rifugiarsi a casa, nell’avellinese – sembra che la situazione nelle aree coinvolte sia tranquilla. Al momento sono 11 i comuni del tutto isolati, e circa 50mila le persone in quarantena. La regione Lombardia ha istituito un numero verde per le emergenze: 800 894545, che si aggiunge al 112 e al 1500 del Ministero. Una serie ampia ed articolata di interventi, che però non sembrano tranquillizzare l’opinione pubblica: in diverse località, sopratutto nelle regioni colpite significativamente dal contagio, si registrano i primi assalti ai supermercati.
Scaffali della carne e della frutta e verdura vuoti, lunghe file alle casse: a Milano è assalto ai supermercati dopo l’ordinanza della Regione che dispone la chiusura delle scuole e dei luoghi di assembramento.
All’Esselunga di Porta Nuova c’è gente che gira anche con 2 O 3 carrelli e la mascherina. “Faccio scorte, non si sa mai, a casa siamo in 4” dice un padre di famiglia. “Io sarei venuta
oggi lo stesso ma sicuramente farò una spesa più abbondante” gli fa eco un’altra cliente. “La domenica c’è sempre gente ma oggi ce n’è molto più del doppio” commenta un addetto alle vendite. Situazione simile già da questa mattina anche in altri punti vendita della catena come il grande super in zona piazzale Lodi, dove già nel primo pomeriggio – racconta un cliente – i banconi del fresco iniziavano a svuotarsi”.
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