I primi riscontri dei RIS escludono la tesi della morte volontaria che era anche tesi difensiva del compagno, arrestato per omicidio, la cui posizione si complica.
Non è un suicidio
I RIS lasciano poco adito a dubbi. Speranza Ponti, la donna di 50 anni originaria di Uri, in provincia di Sassari, e rinvenuta cadavere sul Monte Carru, non si sarebbe uccisa. Le ferite non lasciano ipotizzare una morte volontaria ma sarebbero invece riconducibili a un’aggressione. Un riscontro che sembra a questo punto compromettere notevolmente la posizione del suo compagno, Massimiliano Farci, fermato subito dopo il rinvenimento del corpo della donna e indagato per omicidio.
Scomparsa per due mesi
Speranza Ponti era scomparsa da casa ai primi di dicembre. Il suo corpo era stato rinvenuto il 31 gennaio scorso tra i cespugli di un pendio di Monte Carru. Quando il corpo è stato recuperato la morte era avvenuta diversi giorni ed era in avanzato stato di decomposizione. In un primo momento il compagno, subito interrogato per capire come la donna avesse trascorso le sue ultime ore e se avesse lasciato qualche biglietto in casa prima di allontanarsi, si era dichiarato estraneo. Poi, di fronte alle evidenti tracce di uno strangolamento sul collo della donna, aveva cambiato versione sostenendo di aver trovato la donne impiccata, in casa, e di averne solo trasportato il corpo senza vita sul Monte Carru per abbandonarlo. Una versione che non ha convinto gli inquirenti che lo hanno indagato per omicidio.
LEGGI ANCHE –> Ritrovato il corpo di Speranza Ponti. Il compagno spiega perché l’aveva nascosto
Riscontri in casa e sul cadavere
Se da una parte i Carabinieri hanno cercato riscontri oggettivi al racconto di Farci, senza trovarne, dall’altra i patologi hanno proseguito il loro lavoro sul corpo della vittima. E qui i riscontri dei RIS sarebbero decisivi. Farci aveva raccontato di avere trovato Speranza Ponti impiccata con un lenzuolo, legato alla maniglia di una porta a vetri all’interno dell’appartamento. Ma le analisi all’interno dell’appartamento evidenzierebbero una versione dei fatti diversa.
Il movente è il denaro
Sulla coppia sono stati effettuate anche indagini di carattere patrimoniale: pare che la donna avesse prestato al compagno una considerevole somma di denaro, frutto di una vendita immobiliare, che lui, un ergastolano in regime di semilibertà, non avrebbe mai restituito. L’uomo, oberato dai debiti, aveva chiesto altro denaro alla compagna che si sarebbe rifiutato di aiutarlo ulteriormente e avrebbe chiesto la restituzione di quanto gli aveva già prestato.
LEGGI ANCHE –> Il test del Dna conferma: il corpo ritrovato è di Speranza Ponti
Liti e minacce
La questione economica era stata al centro di numerose liti tra i due negli ultimi mesi, discussioni molto violente che la donna avrebbe riferito a parenti e amici temendo di essere aggredito.
Lo stato di arresto di Massimiliano Farci, 53 anni, è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari. La tesi difensiva dell’uomo non è cambiata: avrebbe portato il corpo sul monte perché era un luogo a lei chiaro e non ne avrebbe denunciato la morte perché stava progettando il suo suicidio. L’uomo avrebbe prelevato soldi dal conto della donna anche dopo la sua scomparsa, non meno di 50mila euro, che aveva trasferito sui suoi conti personali.