Prima del Coronavirus: il colera a Napoli, l’epidemia che spaventò l’Italia

Siamo a Torre del Greco, Napoli, corre l’anno 1973 quando in uno degli ospedali locali si registrano improvvisamente morti da “gastroenterite acuta”.Solo pochi giorni dopo si capirà che si tratta di Colera. Inizia così la lotta napoletana alla malattia che ha segnato gli anni 70, tra ansie, paure e speranza. La psicosi vissuta da cittadini  napoletani in quegli anni era fortissima, irrazionale, fuori controllo. Tantissimi gli scatti che ritraggono scene di vita di quel periodo, persone in preda al panico intenti a compiere gesti ansiogeni che oggi appaiono quasi grotteschi.

L’ospedale Cotugno, che nel 1973 ha dovuto far fronte più di tutti, all’emergenza sanitaria,viene “occupato” dai familiari dei malati ricoverati presso la struttura sanitaria. Per loro non c’è tregua, sperano,lottano, restano a vegliare da lontano i perenti colpiti dall’ infezione, e le foto, le riprese tv faranno il giro del mondo.

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COLERA A NAPOLI, QUALE FU LA CAUSA?

La causa dell’infezione fu il vibrione contenuto in delle cozze provenienti dalla Tunisia. Si vietò allora la coltivazione ed il consumo di mitili, decisione che suscitò non poche polemiche, si temeva infatti per il commercio, ma fu necessario. Il virologo Giulio Tarro il medico che isolò il vibrone, ritenne che la diffusione della malattia cambiò le abitudini igieniche sanitarie di molti cittadini napoletani, anche le amministrazioni locali  cominciarono a prestare più attenzione alle partite di cozze provenienti da altri Paesi.

Epidemia da coronavirus, il nuovo colera?

Anche se non vi è certezza assoluta circa le modalità di diffusione del nuovo coronavirus, i virologi di fama internazionale non escludono l’ipotesi che il virus si sia diffuso a causa del consumo di carni di animali selvatici e condizioni igienico sanitarie precarie.

Il virus si sta diffondendo velocemente anche in Europa, nuovi  16 casi di contagio accertato in Italia, due morti, la situazione potrebbe precipitare. E’ necessario per evitare la diffusione della malattia attenersi in  modo meticoloso alle linee guida indicate dal Ministero della Salute per scongiurare il rischio di possibili contagi.

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