L’Albertone nazionale rivive su grande e piccolo schermo grazie al film-evento Permette? Alberto Sordi diretto da Luca Manfredi e interpretato da un ottimo Edoardo Pesce.
Giovanissimo, Alberto Sordi (interpretato dal bravo Edoardo Pesce) viene espulso dall’Accademia di recitazione dei filodrammatici di Milano per quel suo carattere non sempre “facile” e quella parlata romana troppo poco “composta”. Una serie di porte in faccia e insuccessi, però, non faranno perdere le speranze di una carriera artistica al giovane e intraprendente istrione romano. Tornato a Roma, e per vie traverse, Alberto riuscirà infine a diventare la voce italiana di Oliver Hardy, e riuscirà ad acquisire una certa notorietà grazie ai Varietà e alla radio – con il personaggio di Mario Pio.
Permette? Alberto Sordi – La pernacchia più celebre del cinema italiano
Nel frattempo, Sordi stringerà e consoliderà un’amicizia destinata a diventare parte integrante della sua futura carriera artistica, e nel cinema. L’amico Federico Fellini (Alberto Paradossi), infatti, sarà in qualche modo il regista che gli aprirà il varco verso il successo cinematografico, e che lo dirigerà ne Lo sceicco bianco prima e ne I vitelloni dopo. In mezzo a tutto questo la passione per le donne, l’amore per l’attrice e doppiatrice Andreina Pagnani (Pia Lanciotti) e quella comicità a volte sadica a volte tenera che faranno di lui l’Albertone nazionale trasformandolo in una e vera e propria “maschera” dell’Italia dell’epoca. La maschera ironica di un uomo naturalmente attraversato da tragedia e comicità, e che come come disse Ettore Scola “non ci ha mai permesso di essere tristi”.
Permette? Alberto Sordi, un omaggio all’attore nel centenario della nascita
Coprodotto da Rai Fiction e Ocean Productions, e in onda prossimamente su Rai1, Permette? Alberto Sordi è una sorta di omaggio firmato dal regista Luca Manfredi che ripercorre gioie e soprattutto dolori del celebre Alberto Sordi prim’ancora della celebrità. Il film si concentra a sottolineare da una parte l’estro e il talento innati di Sordi e dall’altra le tante intemperie, difficoltà, che dovette affrontare il comico prima di farsi finalmente notare dal grande pubblico. Una strada tutta in salita ma costellata comunque di amori e amici (in particolare Federico Fellini), nonché della gioia di vivere e della generosa capacità di Sordi di osservare e incarnare tic, vizi e virtù della gente, riproducendone l’essenza controversa alla base del suo successo. Edoardo Pesce veste con grande trasporto e inaspettata aderenza i panni (difficili) di quest’eccellenza italiana, riportandone su schermo parlata, gesti, movimenti, sguardi, in un’interpretazione talmente generosa che in qualche frangente più di altri Alberto Sordi sembra davvero rivivere su schermo. Attorno a lui si muove un cast eterogeneo e di qualità che annovera tra gli altri anche Paola Tiziana Cruciani nel ruolo della mamma di Alberto e Giorgio Colangeli in quelli del padre.
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Dunque un’opera con molti volti che mette in luce in particolar modo la tenacia con cui Sordi fece fronte alle tante delusioni, reinventandosi e rilanciandosi ogni volta contando sempre e solo sulla sua creatività e sul suo talento. Perché per dirla con parole sue, o del suo celebre Il Marchese del Grillo, essere ‘comici’ può sembrare la cosa più facile del mondo, ma la verità è che “Quanno se scherza, bisogna èsse’ seri!”.